L’Abruzzo guarda indietro. Il Comitato VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) della Regione Abruzzo, in soli due giorni, e con una fretta molto sospetta, deve verificare e decidere se autorizzare o meno 64 progetti devastanti per l’ecosistema regionale, fra cui inceneritori, discariche, raffinerie, e un piano di trasporti fatto di opere faraoniche.
Il 10 aprile scorso alcune associazioni, tra le quali il Comitato Anti-Vivisezione e il WWF, hanno organizzato una manifestazione di protesta davanti al Palazzo della Regione Abruzzo. Tra i vari slogan scanditi in quella manifestazione spiccava “Abruzzo Verde, Abruzzo Blu, dei vostri affari non ne possiamo più“, che ben interpreta il sentimento della gente, preoccupata, anche in tempi di crisi economica, più che per l’economia, per l’ecologia e la loro salute.
Un giovanissimo appartenente al Comitato Anti-Vivisezione ha commentato sulla pagina fan di facebook dell’associazione: “L’Abruzzo, una Regione che potrebbe vivere di turismo grazie ai suoi numerosi Parchi e al suo bellissimo ambiente, ha deciso di investire su inceneritori di sostanze pericolose, raffinerie, costruzione selvaggia di biomasse, discariche. E come se non bastasse, nei 64 progetti che il Comitato V.I.A. della Regione Abruzzo ha il compito di verificare se sono ecocompatibili, c’è un piano regolatore da far venire i brividi, tagli ai trasporti pubblici, come il treno, e la costruzione di 4 nuove gallerie sulla costa“.
Insomma, l’Abruzzo torna indietro. Questa Regione, essendo uno dei più importanti polmoni verdi d’Europa, dovrebbe puntare sulle energie rinnovabili, sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio, e invece guarda al passato, puntando tutto su discariche, raffinerie.
E’ così che vogliono ricostruire una Regione ferita dal terremoto?
A quando la ricostruzione de L’Aquila e delle aree limitrofe distrutte dal terremoto? Sono passati tre anni da quei tragici eventi e ancora oggi gli abitanti colpiti dal sisma vivono all’interno dei conteiners. Si vuole cementificare? D’accordo, ma solo per ridare un tetto a chi non l’ha più.
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Ottimo articolo! L’Abruzzo deve riprendersi, in tutti i sensi, deve avviare un processo di svecchiamento, ma non ci riuscirà se la classe dirigente non cambia.
Io lotto per un Abruzzo migliore, con istituzioni con a capo persone migliori.
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mi da fastidio questa frase. perché con la scusa di ridare un tetto a chi non l’ha più si cementifica in lungo e in largo…
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e io appoggio la tua lotta. bravo ragazzo!
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