E’ stata demolita una delle due ciminiere della Centrale Elettrica a Carbone di Fiume Santo, in Provincia di Sassari. Si chiude così una lunga epoca, iniziata nel 1982, con la loro edificazione, con l’inizio delle attività nell’anno successivo e il definitivo spegnimento il 31/12/2013. Le due torri, alte 150 metri, erano in grado di produrre ciascuna 160 MW di energia elettrica da carbone.
Alla sua demolizione si è opposto con fermezza l’ISDE Sardegna, l’Associazione dei Medici per l’Ambiente: “La torre bianca e rossa – si legge in una nota – verrà fatta esplodere mediante utilizzo di micro cariche, senza alcuna propedeutica attività di bonifica e confidando nelle condizioni meteorologiche favorevoli quanto a direzione e velocità del vento”.
Quali conseguenze avrà questa demolizione? I Medici per l’Ambiente parlano di “festival del POP’s”, che, denuncia l’ISDE, “rappresentano un’ampia categoria di sostanze nocive per la salute, comprendenti anche le temutissime diossine e i PCB-diossino simili. Tali sostanze, contenute all’interno della struttura che si vuole far esplodere, hanno la capacità di concentrarsi e di ‘farsi trasportare’ per molti chilometri, anche in luoghi dove non sono state prodotte, sfruttando come veicolo il vento e la catena alimentare, terrestre e marina.
Viaggiano sotto forma di piccolissime particelle (note con la sigla PM 2,5- PM1 – PM 0,01- PM 0,001 micron), penetrano nel nostro organismo attraverso l’apparato respiratorio, l’acqua, i cibi, per diffondersi, attraverso il sangue, in ogni organo e apparato, dove ‘soggiornano’ anche per decenni, innescando la comparsa di patologie neoplastiche e non”. L’ISDE ha chiesto che prima della demolizione venisse effettuata la Valutazione di Impatto Ambientale e quella sulla salute.
Fonte: L’Unione Sarda
“La dispersione della polvere dovuta alla demolizione è stata minimizzata attraverso l’impiego di appositi nebulizzatori ad acqua, mentre la separazione dei materiali, la riduzione volumetrica e il loro smaltimento avverrà nei prossimi mesi”, fa sapere in una nota “EP”, proprietaria della centrale. Per guardare il video dell’implosione della ciminiera, cliccate su questo link.
E’ la fine ingloriosa dell’industria del Nord Sardegna, che per 35 anni ha portato lavoro, sviluppo, benefici ma anche puzza, malattie e morti.
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