NON CHIAMATELO “MALTEMPO”


Non chiamatelo “maltempo”. Questa è la conseguenza del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, causati dalle nostre zozze attività e degli stramaledetti soldi.

Due morti e 20 feriti in Toscana. Caduti frammenti dal campanile di S. Marco a Venezia

In Toscana 2 morti e 20 feriti, con centinaia di interventi dei vigili del fuoco a causa degli alberi sradicati dal forte vento.

Albero caduto in mezzo alla Jesolana

A Venezia le raffiche di vento hanno raggiunto i 115 km all’ora: la laguna è stata flagellata per una decina di minuti, la bufera ha provocato il distacco di frammenti del campanile di San Marco.

A Chioggia è crollata un’altana e ci sono stati molti danni agli stabilimenti balneari.

A Bibione un 17enne è stato colpito in testa da una tavola da surf.

E ancora: a Piombino la ruota panoramica gira impazzita in balia del vento (qui il video).

I chcchi di grandine caduti a Compiano (foto da facebook)

A Parma grossi chicchi di grandine.

E’ impossibile elencare tutti i danni provocati dal maltempo in queste poche ore. Ma non è maltempo. Sono le conseguenze della “febbre” della Terra. Cosa comportano due gradi in più? Ora lo sapete. Cosa vuoi che siano due o tre gradi in più? Si sta meglio. Mi pare di no… E ce ne accorgiamo quando abbiamo la febbre. Cosa volete che sia febbre a 39 o a 40 anziché a 37 o 36,5? Ecco cos’è e cosa comporta. Anche per la Terra è così.

Ma davvero abbiamo ancora tempo per tornare indietro e per evitare il punto di non ritorno o lo abbiamo già superato?

Un pensiero riguardo “NON CHIAMATELO “MALTEMPO”

  1. Non saprei dirti se il punto di non ritorno è già stato superato; qualcuno ammette di sì, altri ipotizzano scenari ancora rimediabili. In ogni caso, vale la pena provare a far diventare sistemico e di massa ogni comportamento (realmente) virtuoso. Su tutto, ma proprio su tutto, due pilastri irrinunciabili: il sostegno alla ricerca e la decostruzione del modello di sviluppo. Lottiamo quotidianamente perché entrino nelle agende politiche di ogni governo!
    I giovani dei “fridays”, le grandi ONG, i movimenti dal basso, stanno facendo grandi cose e io mi rivedo molto in loro: ma è necessario renderci conto che se non faremo fronte comune per attivare delle politiche che, nero su bianco, portino avanti questi obiettivi, sarà solo un nobile tentativo col quale dormiremo con la coscienza a posto, ma in un mondo ugualmente inquinato.

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