Costruire sulla sabbia non è mai stata una buona idea. Lo stesso Gesù in una parabola ne parla, e le parole di Gesù non passano mai di moda, sono sempre valide, per sempre, perché erano, sono e rimangono verità. Costruire sulla sabbia comporta una grande rovina. “Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa”. Capita per tutti. Solo che chi costruisce sulla roccia resta saldo, “la casa non cadde, perché era fondata sopra la roccia”. Per chi ha costruito sulla sabbia, invece, “quella casa cadde, e la sua rovina fu grande”. Ovviamente lui parla di una cosa molto più profonda della materialità della casa: la vita, le scelte che si fanno per la propria vita, da fondare sulla roccia delle sue parole, sulla fede in lui, sui suoi consigli.
Costruire sulla sabbia significa anche materialmente avere fretta, costruire senza sedersi a ragionare, a valutare i pro e i contro, se “ce la posso fare a portare a termine il lavoro”, senza valutare i rischi e i pericoli. E dunque quello che si costruisce è senza fondamenta solide, senza scavare nella roccia. Perciò i fiumi straripano su tutti, i venti si abbattono su tutti, la pioggia cade su tutti, ma chi costruisce in fretta e sulla sabbia, “così risparmio”, si ritrova senza “casa”.
Certo, all’Isola d’Elba la passerella doveva essere solo provvisoria, per consentire il passaggio dei residenti e dei mezzi pesanti finché non siano terminati i lavori sulla strada. “Abbiamo detto di costruire la strada dove non arrivavano le onde, ma non ci hanno ascoltato, e per due volte è stata distrutta dalle mareggiate”. Però le cose anche se sono solo provvisorie vanno costruite dove devono essere costruite, altrimenti anziché risparmiare spendi il doppio, il triplo, e devi rifare varie volte lo stesso lavoro, rischiando anche di commettere gli stessi errori.
Einstein diceva: “Solo due cose nel mondo sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma sull’universo ho ancora qualche dubbio”.