Cambiamenti climatici e attività dell’uomo sono strettamente connessi. Si potrebbe dire che i cambiamenti climatici siano conseguenza dell’attività dell’uomo. Gli effetti di queste attività sono devastanti. La Foresta Amazzonica si sta rapidamente trasformando in Savana. Il Presidente Bolsonaro si sta rendendo responsabile della radicale trasformazione di quello che un tempo rappresentava il polmone verde del pianeta.
Tagli indiscriminati degli alberi e incendi dolosi, in brevissimo tempo, hanno distrutto gran parte della foresta. Il più grave disastro ambientale della storia del Brasile e non solo. La siccità è solo una delle conseguenze dei cambiamenti climatici connessi all’attività dell’uomo. E la foresta soffre, perché da pluviale diventa arida.
Andando all’altra estremità della Terra, in Kamchatka, ecco un altro fenomeno apparentemente inspiegabile: la morìa di pesci. Non una morìa qualsiasi: il 95% della vita sui fondali marini non esiste più, è sterminata dall’inquinamento. Ancora misteriosa la causa.
Gli ambientalisti sostengono che l’inquinamento possa provenire da un impianto di stoccaggio di sostanze chimiche velenose di epoca sovietica forse filtrate in mare. Circostanza però negata da Solodov. Il vice presidente dell’Accademia Russa delle Scienze, Andrei Adrianov, invece, ha detto che la morìa è stata causata dalle tossine delle microalghe, conosciute come fioritura delle alghe. La teoria è stata sostenuta da importanti biologi marini russi, data la presenza di schiuma gialla che copre un’area visibile dallo spazio.
Due notizie terribili che dimostrano quanto le attività dell’uomo influiscano sul cambiamento climatico, e quanto questo ricada sull’uomo e sugli animali. È come un gatto che si morde la coda. Bisogna saper ascoltare il grido della Terra, che ci implora di fermarci. Altrimenti le conseguenze ricadranno su di noi e suoi nostri figli e nipoti. Il punto di non ritorno è quasi arrivato.