
Sedici morti accertati, centinaia di sfollati, allagamenti, crolli, frane, a causa di un ciclone che ieri si è abbattuto in Sardegna. Alle dieci il Consiglio dei Ministri dichiarerà lo Stato di Emergenza. In 24 ore è piovuta una massa d’acqua che equivale a metà della quantità che cade in un anno. Si contano oltre 600 interventi di soccorso dei vigili del fuoco e quattro sezioni operative di vigili del fuoco sono partite dal Lazio e dalla Toscana per aiutare nelle operazioni di soccorso.
Centinaia gli interventi: nella provincia di Nuoro i comuni maggiormente colpiti sono quelli di Bitti, Lula, Onanì, Oliena, Macomer, Orgosolo, Orosei, Galtellì, Dorgali e Nuoro città. Sulla strada Nuoro-Oliena sono crollati i ponti a Norgheri e nuraghe di Badu `e Chercu e sulla Nuoro-Orgosolo è crollato il ponte presso la diga in costruzione di Cumbidanovu a Orgosolo. Molte scuole oggi sono rimaste chiuse.
Un poliziotto è morto in un intervento di soccorso. Il fuoristrada di servizio con a bordo tre colleghi, le cui condizioni sono considerate molto gravi, è precipitato da un ponte crollato della provincia, la Oliena Dorgali, nel Nuorese. Il mezzo stava aprendo la strada a un’ambulanza: a un tratto il viadotto si è aperto in due e l’auto è precipitata. La vittima, assistente capo e capopattuglia, 44 anni, lascia la moglie e due figli. I tre colleghi sono ricoverati in ospedale.
Le notizie drammatiche si susseguono una dopo l’altra. Un morto è stato trovato a Telti, in seguito al crollo di un ponte. Sempre nel Nuorese c’è stata un’altra vittima, nel comune di Torpè, uno dei comuni sardi più colpiti dall’ondata di maltempo: qui hanno ceduto gli argini del rio Posada e l’ondata è arrivata nella parte bassa del paese, trasformata in una lago. Un’anziana di 90 anni è stata ritrovata morta nella sua abitazione invasa dall’acqua. Nella notte altre tre persone sono state trovate morte dai soccorritori a Torpè. Altra vittima a Uras, in provincia di Oristano: una donna di 64 anni, Vannina Figus, è stata trovata morta nella sua abitazione mentre cercava di soccorrere il marito. Il marito è ricoverato in stato di ipotermia.
Sei delle vittime nella sola Olbia, dove i danni sono gravissimi. Frane, ponti crollati, voragini nelle strade, quartieri sommersi, con l’acqua alta più di due metri. Tre morti si registrano nel crollo di un ponte, sulla Strada Provinciale 38 Olbia-Tempio Pausania. Si tratta di una coppia di coniugi e di un’altra donna che viaggiavano a bordo di un furgone. È stato poi confermato l’epilogo tragico delle due persone disperse dopo che la loro auto, una Smart, era stata travolta dall’onda di piena in via Cina, alle spalle dello stadio Comunale. Una donna e sua figlia sono state ritrovate morte. Il padre della piccola, un poliziotto, è invece riuscito a mettersi in salvo. La sesta vittima è un’anziana donna ritrovata cadavere in via Lazio nella sua abitazione invasa dall’acqua. Il bilancio è definito del tutto provvisorio.
Tutto il mondo è paese. Nessuno può pensare di sentirsi al sicuro. Tutti siamo vulnerabili. Non si può dire “dae cust’abba non bibo” (da quest’acqua non bevo). Ovviamente auguriamo che non succeda più, da nessuna parte. Ma l’Italia ha il dovere di intervenire per mettere in sicurezza tutti i comuni italiani, perché tutti i comuni sono a rischio idrogeologico.
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