RISCHIO FRANA SUL LAGO D’ISEO


Rischio di una maxi-frana sul lago d’Iseo, M5s: “Chiediamo lo stato d’emergenza”. Esperti: “Se si stacca, possibile onda anomala”

Il meraviglioso Lago d’Iseo rischia di essere colpito da una maxi-frana. Infatti il Monte Saresano sta cedendo. Il distaccamento della roccia è stimato in 2 milioni di metri cubi di materiale roccioso che potrebbe causare effetti disastrosi. Qualche giorno fa la questione è stata sollevata in aula dal deputato del MoVimento 5 Stelle Dori Devis, che assieme ai suoi colleghi Alberto Zolezzi e Claudio Cominardi ha presentato un’interrogazione al Premier Mario Draghi, chiedendo la dichiarazione di uno stato d’emergenza di rilievo nazionale sul Lago d’Iseo.

Il Monte Saresano sta franando: spostamenti di 7/8 millimetri al giorno -  Montagne & Paesi

Le cause di questo cedimento sarebbe dovuto all’attività del cementificio Italsacci, che dal 2018 fa capo alla Società Italcementi S.P.A., attiva sin dai primi anni del ‘900, e la cui intensa attività estrattiva ha provocato diverse frane nel corso degli ultimi decenni. A febbraio 2021, l’area “ha iniziato pericolosamente a cedere in modo significativo, creando crepe ben visibili e movimenti importanti rilevati dagli strumenti di monitoraggio”. Attualmente il cementificio conta 60 dipendenti contro i 400 degli anni ’60.

Piano di evacuazione sul Lago d'Iseo: rischio di frana con tsunami dal Monte  Saresano - Quotidianpost

Il Presidente della Società Italiana di Geologia Ambientale, Antonello Fiore, ha parlato di una frana molto pericolosa perché, in funzione della sua evoluzione e velocità di spostamento, finendo nel lago d’Iseo potrebbe generare un’onda anomala alta fino a 5 metri. Eventi franosi sono già stati registrati in passato sul territorio. Da fine 2020, il rischio è tornato a farsi concreto con scivolamenti che sono diventati più significativi tra gennaio e febbraio (si è arrivati a una velocità di scivolamento di circa 2 centimetri al giorno).

Lago di Iseo, rischio onda fino a 9 metri: 3 scenari per la frana

Nel frattempo è arrivata a quasi mille firme la petizione lanciata alcuni giorni fa su Change.org da Legambiente Basso Sebino per chiedere proprio la chiusura dell’impianto di Tavernola Bergamasca. “Ora non ci sono più dubbi. L’attività della Cementifera Italsacci è molto nociva per la salute e la sicurezza della popolazione, non solo di Tavernola, ma di tutto il lago d’Iseo”, scrive Legambiente che chiede di fermare le escavazioni e che venga chiusa la cementifera. E i 60 dipendenti? Legambiente propone di rioccuparli nella bonifica del sito.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

SCIOPERO NAZIONALE PER IL CLIMA


Fridays For Future Italia - sito ufficiale

Torna il Fridays For Future. Oggi c’è lo sciopero nazionale per il Clima, che è possibile seguire in diretta su facebook e su instagram. Ecco la mappa di tutti gli eventi che si svolgeranno oggi. Nel rispetto della sicurezza e delle norme igienico-sanitarie. I ragazzi si dicono costretti a tornare in piazza per chiedere alle istituzioni di agire. A Milano è previsto un corteo con partenza alle 9:30 da largo Cairoli. Nella capitale Roma, è stata organizzata una Ride for future, una biciclettata per il futuro, con partenza alle ore 8:30 in piazza Biffi (Garbatella) e arrivo in piazza del Popolo, dove si terrà il climate strike.

Ride For Future: Biciclettata Colorata, Costumata e Rumorosa, Fri Oct 09  2020 at 08:30 am

L’epidemia e gli eventi sempre più estremi e sempre più frequenti che nei giorni scorsi hanno ferito il Nord Italia ci dicono quanto sia urgente agire per abbassare la temperatura della Terra. Ciò che è successo in Liguria e in Piemonte, infatti, non è una “bomba d’acqua” o “maltempo”. È il sintomo della febbre del nostro pianeta, febbre provocata da noi e dalle nostre attività quotidiane.

Emergenza clima: si salvi chi può! - Noi Siamo Futuro

Se voi ragionate in questo modo: “Ma cosa vuoi che siano due gradi in più, da 28 a 30? Praticamente non cambia niente”, provate a pensare a quello che succede se noi abbiamo 38,5 o 39 di febbre. Che differenze notate rispetto a quando la vostra temperatura è al di sotto dei 37? Così succede anche alla Terra. Terremoti, crolli, frane, smottamenti, scioglimento dei ghiacciai, siccità, pioggia che provoca eventi sempre più estremi e devastanti, sempre più frequenti. Essi sono come tosse, dolori muscolari, diarrea, nauesa, vomiti, mal di testa, brividi, difficoltà respiratorie, … Eh ma sono due gradi in più, non è che sia tanto da 36,5 a 38,5. Poi però questo succede quando la temperatura è superiore a quella soglia.

Il nostro pianeta ha la febbre alta? – Notizie Cristiane

Non so se ho reso l’idea. Ecco perché è fondamentale curare la terra, sacrificando parte delle nostre attività per il bene del pianeta e per il benessere di tutti.

STRAGE IN BIRMANIA


Myanmar, crollo in una cava di giada: più di 100 morti - la Repubblica

In Myanmar, ex Birmania, è strage di minatori. Sono infatti almeno 160 i morti nella frana in una miniera di giada, in quello che si sta rivelando uno dei peggiori incidenti sul lavoro nella storia del Paese. La frana è stata causata dalle “forti piogge” e sono ancora in corso le operazioni di soccorso per portare in salvo eventuali sopravvissuti nel sito situato nel villaggio di Sate Mu, nella municipalità di Hpakant, nello Stato di Kachin, non lontano dal confine con la Cina. Le immagini sono davvero impressionanti.

Myanmar, frana su minieria di giada: almeno 113 le vittime

Tragedia in Myanmar, frana in una miniera di giada: oltre 100 ...

Frana una miniera di giada in Myanmar, morte 113 persone - Panorama

PRIME PIOGGE, PRIMI DANNI


tanaro

Finalmente piove, dopo mesi e mesi di siccità. Ma come arrivano le prime piogge, purtroppo, arrivano anche i primi danni, come ci ha abituato l’Italia in questi ultimi anni. Il fiume Tanaro straripa a Garessio, che rivive l’incubo del 1994, quando a causa di un’alluvione morirono decine di persone. E’ emergenza in tutto il cuneese. Ad Alba è stato chiuso per precauzione lo stabilimento della Ferrero, la più grande fabbrica di cioccolato dell’Italia. Alcuni allevatori portano in salvo i propri animali. L’emergenza maltempo dovrebbe cessare domani a mezzogiorno.

L’Italia si sgretola, si scioglie come burro, sotto i colpi del dissesto idrogeologico, che i governi che si susseguono non riescono ad arginare.

SISMA: PERICOLO PER LA DIGA DI CAMPOTOSTO


diga-di-campotosto

Campotosto è un piccolo centro in provincia dell’Aquila. Il suo omonimo lago è il secondo più grande d’Europa, e si trova a 1.300 metri d’altezza. Nasce nel periodo fascista come bacino artificiale per alimentare le centrali idroelettriche della Valle del Vomano. Il lago ha un’estensione di 14 km/q, ha una profondità massima di 35 metri e ha una capacità di 300 milioni di metri cubi d’acqua, e, grazie al suo dislivello, può produrre quasi 800 milioni di kw

Lungo le sue sponde ci sono tre centri abitati: Campotosto, Mascioni e Poggio Cancelli. La diga di Campotosto è la sorvegliata speciale, perché è costruita proprio su una faglia sismica che, a detta degli esperti, è ancora molto attiva. In caso di sisma molto intenso, questa enorme diga artificiale, lunga ben 44 metri, potrebbe cedere, causando danni incalcolabili.

Il Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica (Eucentre) ha studiato il caso, e ha auspicato interventi di rafforzamento della barriera. Il gestore della diga (l’Enel) però, ha sempre difeso l’affidabilità dell’impianto. Ha retto benissimo alle scosse di questi anni e di queste ultime settimane, e – secondo altri studi compiuti da alcuni geologi – la mappa della faglia e la diga non sono del tutto sovrapponibili ma la prima sarebbe ad una distanza di trecento metri, il che renderebbe ancora più sicura la barriera di Fucino.

Fonte e immagine: Tiscali Notizie

Nessuna paura, quindi, secondo l’Enel, nessuna preoccupazione, nessun allarme. E allora tutto tace, tutto deve tacere, bisogna assopire gli animi e le coscienze, è tutto sotto controllo, non bisogna creare allarmismi. Ma ora che il sisma ha colpito la zona, e che la faglia è attiva, chi è che spegne la paura degli abitanti? E perché tutto questo silenzio, tutta questa omertà? Che interesse hanno quelli dell’Enel a tacere su questo pericolo?

EMERGENZA ACQUA POTABILE A MESSINA


acquedotto

E’ una vera e propria emergenza quella che sta vivendo Messina in questi giorni: da sei giorni è senz’acqua, e la situazione è così drammatica che il Sindaco ha chiesto lo Stato di Calamità Naturale. L’acquedotto ha chiuso i rubinetti, e il direttore dell’acquedotto stesso dichiara di non sapere quando potrà riprendere l’erogazione dell’acqua.

L’emergenza è avvenuta a causa di una frana che ha provocato numerosi danni alle condutture che giungono a Messina dalla Provincia di Catania. Il Sindaco di Messina ha dichiarato ai microfoni di “inBlu Radio” che “deve essere messo in sicurezza il territorio. La nostra città è stata massacrata, stiamo facendo scelte dure e i palazzinari sono tutti contro di noi. Consumo del suolo zero è la nostra visione. Stiamo cercando di recuperare spazi verdi e lavorando con un’intensità mostruosa. Abbiamo ereditato una città con 400 milioni di debiti ma in questo contesto siamo precisi e forti contro ogni tipo di mafia e speculazione edilizia“. Uffici pubblici e scuole di ogni ordine e grado ancora chiusi oggi e domani.

LAMAM, l’Azienda Meridionale Acque Messina, fa sapere che i lavori di riparazione verranno completati nelle prossime 36 ore. Nel frattempo il Prefetto ha richiesto alla Protezione Civile regionale e all’Esercito di mettere a disposizione dei cittadini un congruo numero di autobotti. E’ partita anche una mobilitazione in rete, con Fiorello che twitta sul suo profilo: “Non ho ancora visto i giornali. Voglio sperare che la notizia (brutta) che a Messina manca l’acqua da giorni sia su tutte le prime pagine! La situazione è molto grave!“. Di fatto tutti i media hanno ignorato l’emergenza idrica.

Fonte: Repubblica.it

ADDIO SOPRINTENDENZE, ADDIO TERRITORIO ITALIANO


soprintendenza

Certo che questo Governo, il terzo non eletto, si sta dando da fare per indebolire il territorio, un territorio troppo fragile come quello italiano. Talmente fragile che alle prime piogge estive provoca alluvioni e frane tremende, come è successo a Belluno, il Cadore devastato, tre vittime tra cui una quattordicenne (leggete qui).

Innumerevoli sono gli attentati all’ambiente: dal Decreto sui reati ambientali, il quale dice che deve pagare solo chi inquina “abusivamente“, e quindi chi è stato autorizzato a “lavorare“, a “costruire” è stato autorizzato anche ad inquinare, non è “abusivo” e quindi non paga; agli innumerevoli decreti “Salva-Ilva”, l’ultimo quest’oggi per riaprire il primo altoforno chiuso da una sentenza (leggete qui), per difendere una industria altamente inquinante, ma strategica per il governo (anche se non si sa chi ne beneficia di questa “strategia”) chiusa dalle sentenze, riaperta dal Governo, il quale, quando era all’opposizione diceva che si dovevano accettare e rispettare tutte le sentenze, e ora che sono al Governo le sopprimono.

Dalla mala gestione della questione Xylella Fastidiosa (il batterio killer degli ulivi nel Salento, con l’Europa che ci impone di tagliare anche gli alberi sani!!!), alle trivellazioni, all’ultima trovata, il Ddl Madia sulla Riforma della Pubblica Amministrazione. Ma come si può dire che si rovina l’ambiente con una riforma che riguarda un altro settore? Eppure lo hanno fatto, con la soppressione delle Soprintendenze.

Per chi non lo sapesse, le Soprintendenze sono enti periferici del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con compiti in ambito territoriale in materia di beni culturali, paesaggistici, museali, archivistici ed affini. Sopprimendo le Soprintendenze quindi, il territorio non sarebbe più tutelato, perderebbe i suoi “anticorpi”, che lo proteggono da attacchi esterni.

Per il Professor Tomaso Montanari, il DDL Madìa sulla pubblica amministrazione rappresentail più grave attacco al sistema della tutela del paesaggio e del patrimonio culturale mai perpetrato da un Governo della Repubblica Italiana. Anzi, l’attacco finale e definitivo“. Questo perché “se il Governo vuol fare un’autostrada in un bosco secolare o in un centro storico, lo chiede a qualcuno che è diretto dai prefetti: cioè sostanzialmente a se stesso. Addio territorio italiano” (leggete qui).

E ricordiamoci pure che questo governo non è stato eletto da nessuno. Che dobbiamo fare? Non vi pare sia abbastanza? Io spero che qualcuno prenda la decisione di far partire una petizione anche online contro l’abolizione delle soprintendenze. Non possiamo più continuare a subire così.

GIAPPONE: EMERGE UNA NUOVA ISOLA


isola

Ad Hokkaido (Giappone) è emersa una nuova isola in poco più di due ore. Un fenomeno inspiegabile, in quanto di solito la nascita di nuove isole viene preceduta da terremoti, e invece la sua nascita è avvenuta nel più totale silenzio. L’isola è grande 1.200 metri quadrati ed emerge per circa dieci metri.

Sul posto sono giunti scienziati giapponesi secondo i quali il fondo del mare sarebbe aumentato di volume in seguito ad una frana avvenuta da una vicina collina a causa del disgelo; frana che avrebbe sollevato il fondale marino vicino alla superficie secondo quanto dichiarato dal professore Shintaro Yamasaki presso l’Istituto tecnologico di Kitami.

Fonte: Centro Meteo Italiano

E’ un fenomeno incredibile e spettacolare, soprendente e stupendo. Cosa ne pensate?

FRANA A SEATTLE, E’ DISASTRO


frana

24 morti, 176 dispersi. Questo è il drammatico bilancio di una frana avvenuta a nord di Seattle, nella piccola località di Oso. I soccorritori continuano a scavare con i mezzi meccanici e anche con le mani. Fango e detriti si sono staccati da una collina e si sono abbattuti sulle case della cittadina, travolgendo tutto nel raggio di un miglio quadrato.
Si tratta del più grande disastro causato da una frana negli ultimi 40 anni negli Stati Uniti. Il precedente più drammatico risale al 1969, quando una serie di frane e allagamenti uccise 150 persone nella Contea di Nelson, in Virginia. Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha già dichiarato lo Stato di Emergenza, ordinando i soccorsi e l’assistenza.

LE GRANDI OPERE CHE FANNO FRANARE IL PAESE


valico

Le grandi opere franano, e al tempo stesso fanno franare l’Italia. Una grande opera in particolare, il viadotto dell’Autosole, A1, all’altezza di Pian del Voglio, frana. E’ scivolata di ben 14 cm rispetto alla sua posizione originale. E le case di Ripoli e Sparvo, due paesi coinvolti nella “grande opera”, scivolano di 4 millimetri al mese.
Dal Novembre 2011 un intero pilone della Variante di Valico si è spostato di 14 centimetri. Le nuove gallerie si sbriciolano sotto il peso di 50 milioni di metri cubi di versante. Le case sono pericolanti, e decine di persone sono già state evacuate.

(Fonte: Il Fatto Quotidiano)

Grandi opere o grandi disastri? In un Paese dove il terreno è molle come il burro, cosa ci si può costruire?

L’ITALIA FRANA, MA IL GOVERNO CONDONA


colata

Mentre a Frosisone viene giù la collina mettendo a grave rischio la vita dei cittadini della zona, come documentato da questo video di Striscia La Notizia, il Senato ha approvato il DdL Falanga, che consentirebbe di limitare il potere delle Procure nella demolizione degli immobili abusivi, nonché il DL Bankitalia, che permetterebbe di sanare gli abusi relativi agli immobili pubblici ad uso abitativo e commerciale costruiti in assenza di autorizzazioni, tra le proteste del MoVimento 5 Stelle e dell’associazione ambientalista Legambiente.

(FONTE: rinnovabili.it)

Italiani popolo di misericordiosi. Tra indulti e amnistie per aprire il carcere ai prigionieri, e condoni edilizi, gli italiani dimostrano di saper perdonare sempre e comunque.

ALLUVIONI IN SARDEGNA: 16 MORTI ACCERTATI


sardegna alluvione

Sedici morti accertati, centinaia di sfollati, allagamenti, crolli, frane, a causa di un ciclone che ieri si è abbattuto in Sardegna. Alle dieci il Consiglio dei Ministri dichiarerà lo Stato di Emergenza. In 24 ore è piovuta una massa d’acqua che equivale a metà della quantità che cade in un anno. Si contano oltre 600 interventi di soccorso dei vigili del fuoco e quattro sezioni operative di vigili del fuoco sono partite dal Lazio e dalla Toscana per aiutare nelle operazioni di soccorso.

Centinaia gli interventi: nella provincia di Nuoro i comuni maggiormente colpiti sono quelli di Bitti, Lula, Onanì, Oliena, Macomer, Orgosolo, Orosei, Galtellì, Dorgali e Nuoro città. Sulla strada Nuoro-Oliena sono crollati i ponti a Norgheri e nuraghe di Badu `e Chercu e sulla Nuoro-Orgosolo è crollato il ponte presso la diga in costruzione di Cumbidanovu a Orgosolo. Molte scuole oggi sono rimaste chiuse.

Un poliziotto è morto in un intervento di soccorso. Il fuoristrada di servizio con a bordo tre colleghi, le cui condizioni sono considerate molto gravi, è precipitato da un ponte crollato della provincia, la Oliena Dorgali, nel Nuorese. Il mezzo stava aprendo la strada a un’ambulanza: a un tratto il viadotto si è aperto in due e l’auto è precipitata. La vittima, assistente capo e capopattuglia, 44 anni, lascia la moglie e due figli. I tre colleghi sono ricoverati in ospedale.

Le notizie drammatiche si susseguono una dopo l’altra. Un morto è stato trovato a Telti, in seguito al crollo di un ponte. Sempre nel Nuorese c’è stata un’altra vittima, nel comune di Torpè, uno dei comuni sardi più colpiti dall’ondata di maltempo: qui hanno ceduto gli argini del rio Posada e l’ondata è arrivata nella parte bassa del paese, trasformata in una lago. Un’anziana di 90 anni è stata ritrovata morta nella sua abitazione invasa dall’acqua. Nella notte altre tre persone sono state trovate morte dai soccorritori a Torpè. Altra vittima a Uras, in provincia di Oristano: una donna di 64 anni, Vannina Figus, è stata trovata morta nella sua abitazione mentre cercava di soccorrere il marito. Il marito è ricoverato in stato di ipotermia.

Sei delle vittime nella sola Olbia, dove i danni sono gravissimi. Frane, ponti crollati, voragini nelle strade, quartieri sommersi, con l’acqua alta più di due metri. Tre morti si registrano nel crollo di un ponte, sulla Strada Provinciale 38 Olbia-Tempio Pausania. Si tratta di una coppia di coniugi e di un’altra donna che viaggiavano a bordo di un furgone. È stato poi confermato l’epilogo tragico delle due persone disperse dopo che la loro auto, una Smart, era stata travolta dall’onda di piena in via Cina, alle spalle dello stadio Comunale. Una donna e sua figlia sono state ritrovate morte. Il padre della piccola, un poliziotto, è invece riuscito a mettersi in salvo. La sesta vittima è un’anziana donna ritrovata cadavere in via Lazio nella sua abitazione invasa dall’acqua. Il bilancio è definito del tutto provvisorio.

Tutto il mondo è paese. Nessuno può pensare di sentirsi al sicuro. Tutti siamo vulnerabili. Non si può dire “dae cust’abba non bibo” (da quest’acqua non bevo). Ovviamente auguriamo che non succeda più, da nessuna parte. Ma l’Italia ha il dovere di intervenire per mettere in sicurezza tutti i comuni italiani, perché tutti i comuni sono a rischio idrogeologico.

FURTO DI LEGNAME


furto legna

Da mesi è in aumento il triste e sconvolgente fenomeno del furto di legname. Dopo i furti dei pannelli solari, fenomeno che sembra ormai essere stato debellato, arriva il furto di legna. Nel mirino negli ultimi mesi è finita la biomassa, e in particolare la legna dei parchi nazionali e dei boschi demaniali, sempre più spesso oggetto delle attenzioni dei ladri. Secondo i dati del Corpo forestale dello Stato, nel 2012 sono stati rilevati più di 800 illeciti penali, con 20 arresti, e 4.000 illeciti amministrativi a fronte di circa 40.000 controlli effettuati nelle regioni a statuto ordinario, per un totale che supera 3 milioni di euro. E dai primi dati 2013, si riscontrano sensibili incrementi dei reati complessivi, con circa 25 persone già arrestate in flagranza di reato.

Il fenomeno registrato va probabilmente legato alle difficoltà economiche che stanno attraversando molte famiglie italiane, ma anche alla riscoperta della legna come fonte energetica, sia sotto forma di ciocchi da camino, sia sotto forma di pellets per le stufe.

Il fenomeno del furto di legna ha anche diversi effetti collaterali, tra i quali l’indebolimento del terreno, che alle prime piogge potrebbe cedere e franare. E aumenta quindi il dissesto idrogeologico, in un’Italia già altamente ferita, in tanti comuni, in tante sue “cellule“.

DISSESTO IDROGEOLOGICO IN TOSCANA


smottamento

In realtà nel titolo avrei dovuto scrivere “in Italia“, perché tutta l’italia è interessata dal dissesto idrogeologico che causa danni ingenti a causa di frane, smottamenti, alluvioni, allagamenti, inondazioni, crolli. E provoca danni ingenti alle abitazioni, e qualche volta miete pure delle vittime.

In questi giorni è allarme dissesto idrogeologico in Toscana, dove si è registrata una vittima: un uomo di 52 anni il cui corpo è stato recuperato dai Vigili del Fuoco nel sottopasso ferroviario a Serre di Rapolano. E’ scattata anche l’allerta maltempo, da parte della Protezione Civile, a partire da stasera e per domani.

In Toscana dunque si sono registrati fino a 200 millimetri di pioggia caduta nelle ultime 24 ore nella sola zona del bacino dell’Arno, mentre in altre aree le piogge registrate hanno oscillato tra i 50 e i 70 millimetri in 24 ore, il che ha portato a esondazioni e straripamenti dei corsi d’acqua che hanno allagato le strade e le abitazioni.

L’Italia frana alla prima pioggiaQuesto ci fa riflettere su quali siano davvero le grandi opere da finanziare.

QUANTO E’ INQUINATA L’ITALIA


inquinamento

Siamo un paese abbastanza virtuoso per quanto riguarda emissioni di gas serra e superficie boscata. Ma dobbiamo ancora lavorare molto per migliorare la qualità dell’aria nelle zone metropolitane e tenere sotto controllo il rischio idrogeologico. Sono queste le principali conclusioni cui sono giunti gli esperti dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), relative all’anno 2012. Ecco una rapida carrellata dei dati più significativi emersi dallo studio.

Gli italiani si spostano sempre meno, sia per vacanza sia per lavoro. Per contro, aumentano gli arrivi e le presenze di turisti stranieri, rispettivamente del 5% e del 3%. Nel 2011, l’Italia presenta 4.901 acque di balneazione, di cui il 91,9% è conforme ai limiti imposti dalla Direttiva 76/160/CEE. Per 7 regioni costiere la percentuale di conformità ai valori guida è compresa tra il 90% e il 100%, in 4 è superiore all’80%, nelle restanti 4 è tra il 50% e il 72%.

Il mezzo di trasporto più utilizzato dagli italiani per i viaggi e dagli stranieri che visitano il nostro paese rimane l’automobile. Il settore trasporti, in Italia, nel 2012, è responsabile del 23,4% delle emissioni totali di gas serra.

La principale minaccia per i nostri boschi è oggi ancora rappresentata dagli incendi, il 72% dei quali, nel 2011, è risultato essere di natura dolosa, il 14% colposa e il restante 14% di natura dubbia.

Rimane tuttavia pesante la pressione esercitata sull’ambiente dalle attività industriali: continuano a preoccupare, infatti, gli effetti negativi sulla salute dell’uomo e sugli ecosistemi causati dalla presenza di sostanze pericolose nel suolo, nel sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee.

Dal 1 novembre 2011 al 31 dicembre 2012, sul territorio nazionale, sono avvenuti 4.129 terremoti di magnitudo maggiore o uguale a 2, ed è sensibilmente aumentato il numero di quelli con magnitudo superiore a 5. Le frane censite sono circa 487.000 e interessano un’area pari al 6,9% del territorio nazionale. La popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti. Nel 2012 sono stati censiti dall’ISPRA 85 eventi di frana principali sul territorio nazionale. È stato inoltre stimato che in Italia le persone esposte ad alluvioni sono 6.153.860.

Arriviamo infine alla cementificazione. In Italia, secondo l’Ispra, sono stati consumati, in media, 7 m2 al secondo per oltre 50 annioggi il consumo di suolo raggiunge gli 8 m2 al secondo. In pratica, ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una superficie pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e Firenze.

Per informazioni più dettagliate, vi rimando alla fonte di queste informazioni: 5 minuti per l’ambiente.

ALLARME ALLUVIONE IN TOSCANA


ombrone

Le forti piogge di questi giorni (anzi, di questi mesi, e sotto quel punto di vista il 2013 è un anno “fortunato“, ricco di piogge) stanno mettendo a dura prova l’idrogeologicità dell’Italia, in particolare della Toscana.

Esonda il fiume Ombrone; a rischio anche il Bisenzio. Scuole chiuse in diverse località; Chiusa l’A1; Già numerosi i danni, specie tra i capannoni ed i campi invasi dall’acqua. Alle 13 infatti aveva raggiunto il III livello di guardia (6 metri). Alle 14 sono avvenute le prime modeste tracimazioni del reticolo minore che hanno interessato le località di Caserane, nel comune di Prato e Case Coveri. Un’altra tracimazione anche alla confluenza tra il Brana e l’Ombrone.

I tecnici della Protezione Civile di Prato, riuniti per far fronte all’emergenza dei fiumi Ombrone e Bisenzio, raccomandanoa tutti i cittadini di evitare in ogni modo di recarsi nei seminterrati e nelle cantine” alla periferia di Prato. Si invitano poi gli abitantia prestare la massima attenzione e per quanto possibile a prendere tutte le precauzioni per salvaguardare le persone”. Nella zona industriale di Vaiano si sono verificati allagamenti di alcuni laboratori e fabbriche. Alle 14 le casse di espansione del fiume Ombrone sono state aperte e il livello fiume si è abbassato immediatamente di circa 10 centimetri. Secondo la Prefettura di Prato una nuova fase di picco della piena è però “prevista alle 16”.

Chiusa la carreggiata suddirezione Firenzedell’autostrada A1, tra Pian del Voglio e Barberino di Mugello, a causa di uno smottamento dovuto alle forti piogge. Nel tratto chiuso, il traffico è bloccato e si sono formati 8 km di coda. E’ stata istituita l’uscita obbligatoria a Pian del Voglio, per questo motivo ci sono 3 km di coda tra Rioveggio e Pian del Voglio. Sull’Alta Toscana, vi sono stati accumuli mediamente compresi tra 50-80 mm, ma con punte che hanno superato i 200 mm a Prato.
Fonte: MeteoRomagna – su Facebook

Amici della Toscana, sono vicino a voi. Tenete duro.

L’ITALIA FRANA ANCORA…


Ancora frane, smottamenti e alluvioni, soprattutto in Toscana, Liguria, Umbria e nella Capitale. Basta un giorno di pioggia intensa, fitta, causata dai cambiamenti climatici in atto che accelerano il corso di eventi catastrofici purtroppo non più rari, per creare distruzione e morte. I cambiamenti climatici aumentano l’intensità delle piogge e la potenza devastante degli eventi purtroppo non più “estremi”, perché sempre più frequenti. L’incuria e l’inciviltà dell’uomo che divora interi ettari di territorio in poco tempo per cementificare, anche in modo abusivo, il nostro non più “Bel” Paese.
In 48 ore è caduta una quantità impressionante d’acqua: quello che di solito cade in sei mesi dell’anno. Tutto in due giorni.

In Umbria è esondato il fiume Paglia, con l’acqua che è arrivata fino a tre metri d’altezza in alcune zone. Si stimano danni per oltre dieci milioni di euro. A Perugia è esondato il Nestare, allagando tutto: case, negozi, garage, campagne. Situazione drammatica nel Senese e nell’Aretino. Nel Grossetano tre operai dell’Enel sono morti mentre  stavano andando in auto sul luogo di un intervento. Morto anche un uomo di 73 anni nelle campagne di Capalbio nella sua auto sommersa dal fango. A Cortona la frana di un muro si è abbattuta su alcune case lasciando senza tetto otto famiglie. Orbetello è completamente isolata, Albinia è raggiungibile solo con i mezzi anfibi e diverse persone si sono rifugiate sui tetti. Un centinaio gli sfollati. Allagate anche diverse fabbriche. A Roma preoccupa il livello del Tevere.

E’ mai possibile che per due giorni di pioggia intensa (e anche fin troppo violenta) debba franare l’Italia? Un Paese ad altissimo rischio idrogeologico, dove ogni Regione deve fare i conti con abusivismo, cementificazione, concessioni edilizie troppo facili, e poi con alluvioni, frane e smottamenti purtroppo sempre più frequenti.

L’Italia frana ancorasotto i colpi dell’abusivismo, della cementificazione e della sua fragilità idrogeologica.

LIPARI: TRENTA MILIONI DI DANNI


Ammontano a trenta milioni di euro i danni provocati dalla frana nelle Isole Lipari, trenta milioni che, secondo il Ministro dell’Ambiente Corrado Cliniavrebbero potuto essere evitati con un investimento di un milione di euro in prevenzione“. Si presume che la causa scatenante l’alluvione sia una discarica abusiva: da una decina d’anni si sversavano tonnellate di materiali inerti