SARROCH: DANNI ALLA RAFFINERIA


la saras (foto archivio unione sarda)

Un nubifragio a Sarroch (CA), ha causato un allagamento nel compartimento delle vasche API della raffineria, seguito da una scarica di fulmini che hanno colpito le stesse vasche per l’accumulo di acqua e di idrocarburi, in conseguenza della quale hanno preso fuoco. In una nota dell’azienda si legge che l’incendio è partito tra l’1:30 e le 2:00 di notte, ed è stato spento attorno alle 7:30 del mattino, grazie al tempestivo intervento delle squadre d’emergenza.

L’incendio ha raggiunto le pompe di carica dei principali impianti della raffineria, e ha danneggiato una cabina elettrica. I danni sarebbero ingenti, quantificabili in milioni di euro. Non si registrano danni alle persone tranne una lieve contusione ad uno degli operatori della squadra di sicurezza intervenuti. Eventuali danni agli impianti di servizio sono attualmente in corso di valutazione.

Ad aver subìto danni non è solo la raffineria, ma anche il centro abitato di Sarroch: abitazioni e cantine allagate, famiglie ancora senza corrente elettrica e un muro abbattuto dalla furia dell’acqua. L’ingresso di via Cagliari è stato chiuso al traffico perché non transitabile, e sono state recuperate tre auto che ieri erano rimaste bloccate dall’acqua, arrivata a un metro e mezzo. In Via del Mare la pioggia ha buttato giù il muro di recinzione della Palestra comunale. L’Enel ha poi ripristinato la corrente elettrica in tutto il territorio: a Sarroch sono state 181 le famiglie vittime di blackout, mentre a Villa San Pietro sono 252 e a Pula 14.

Fonte: Unione Sarda

MICHIGAN: ALTE CONCENTRAZIONI DI PIOMBO NELL’ACQUA


fiume flint

Nel Michigan è emergenza ambientale e sanitaria. Il Governatore dello Stato ha dichiarato lo stato di emergenza a causa della contaminazione dell’acqua.

Il tutto è partito con alcuni sintomi come eczemi, perdita di capelli, di vista e memoria, a depressione e ansia fino ad arrivare a danni neurologici irreparabili. Sono state successivamente condotte alcune analisi di laboratorio, che hanno riscontrato elevate quantità di piombo nell’acqua. E’ stata aperta un’inchiesta a riguardo dalla magistratura federale.

Secondo le indagini, le riserve potabili di Flint si sarebbero avvelenate quando lo scorso anno la città ha cambiato fonte di approvvigionamento per l’acqua, passando dal Lago Huron al fiume Flint, rinomato per essere più inquinato, ma economico. Questo cambiamento, ‘necessario’ a ridurre le spese municipali nei giorni in cui la città era sotto amministrazione controllata, sarebbe la causa del aumento dei livelli del piombo. La colpa è ricaduta sul direttore del Dipartimento Statale per il controllo della qualità ambientale Dan Wyant, il quale si è dimesso il 29 dicembre scorso.

La città è stata aiutata a tornare ad approvvigionarsi al Lago Huron, ma si temono conseguenze gravi al sistema idrico. Come riporta un’intervista rilasciata alla ‘CNN‘, «Pensavamo fosse uno scherzo» afferma Rhonda Kelso, una storica cittadina di Flint, «Le persone della mia età e anche più grandi, pensavano ‘Non lo faranno veramente’.».

Fonte (non dell’acqua, ma dell’informazione): lindro.it

E’ scioccante questa notizia… L’avevo sentita in TV, e finalmente l’ho trovata anche qua su internet. Un intervistato aveva perso da poco la sua mamma, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato che le cause della sua morte sarebbero dovute a questa maledetta idea di cambiare fonte dell’acqua, da una pura a una contaminata, perché molto più economica…

I VELENI DI TERNI


inquinamento

Mentre la città intera lotta per salvare gli operai delle acciaierie AST Thyssenkrupp, con tanto di sciopero generale dei tre più grandi sindacati, la città muore di veleni. La Thyssenkrupp vuole mandare sotto i ponti 537 lavoratori (e famiglie). Ma a Terni si respirano decine di sostanze chimiche nocive. Nei polmoni finisce piombo, cromo, nichel, benzene e altre sostanze impronunciabili ma micidiali.

Terni è uno dei 44 centri oggetto dello studio SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio Inquinamento), poiché presenta un SIN Sito di Interesse Nazionale per le Bonifiche, che è l’ex discarica di Papigno.

Dal sito “ternioggi.it“:

Lo studio dell’Iss non è comunque il solo a mettere in evidenza come i cittadini della Conca paghino con la propria salute l’inconsapevole convivenza con tanti veleni. Ci sono dossier dell’Arpa, appelli di associazioni, pareri di medici e professori espressi di recente e nel corso degli anni passati. Le loro voci si sono spesso levate alte occupando qualche pagina di giornale per poi sistematicamente cadere nel dimenticatoio, chiuse nell’armadietto della cattiva coscienza.
E mentre l’eco delle denunce sulle gravi conseguenze per la salute si spegnevano, intanto Terni accendeva un inceneritore dietro l’altro, continuava ad essere inondata di polveri degli stabilimenti delle acciaierie e progettava una viabilità sostanzialmente priva di piste ciclabili. Una combinazione di fattori che non poteva che dar luogo ad un’orgia di polveri sottili permanentemente presenti nell’aria. Una presenza talmente radicata da essere ormai diventata parte integrante dell’ambiente: come spiega una relazione dell’Arpa pubblicata nel maggio 2012, alti valori di Nichel e Cromo sono ormai entrati a far parte anche della composizione dei suoli dell’area ternana.
Per l’analisi completa dello studio vi rimandiamo al sito.

CAPO FRASCA: BRUCIANO 25 ETTARI DI TERRENO A CAUSA DELLE ESERCITAZIONI MILITARI


incendio capo frasca

A Capo Frasca, un pezzo di Sardegna recintato da un poligono militare, a causa di un’esercitazione militare si è propagato un grosso incendio che ha mandato in fumo circa 25 ettari di terreno. Successivamente è esplosa anche una bomba. Per domare l’incendio ci è voluta la forestale e un elicottero. I militari si sono rifiutati di aiutare, dicendo “l’incendio lo spenga la forestale“.

E oltre alle fiamme sono divampate pure le polemiche. Anche perché, come dice il Presidente della Regione Pigliaru, non è un episodio isolato. In una precedente esercitazione è andato in fumo anche un altro ettaro di cespugli e macchia mediterranea. Il Presidente chiede degli osservatori ambientali che siano indipendenti, e che non chiudano gli occhi di fronte all’evidenza.

I cittadini convivono da decenni con questi poligoni per le esercitazioni militari, e in alcuni casi con conseguenze drammatiche, come la nascita di bimbi malformati, tumori del sangue e troppe morti bianche, anche tra i militari stessi. E’ chiaro che questi poligoni devono essere SMANTELLATI, non si può continuare a convivere tra armi e bombardamenti, tra fili spinati e occupazioni, tra terreni espropriati e malattie. Questi poligoni vanno smantellati, e le aree bonificate e restituite ai sardi.

GUERRA SIMULATA SUL LAGO OMODEO


omodeo

Non basta il 66% del territorio nazionale occupato in Sardegna dalle basi militari. Non bastano i poligoni che abbiamo in Sardegna. Adesso si spara anche in zone non coperte dal segreto militare, in zone non coperte da filo spinato. Si spara sul lago Omodeo, e la zona è diventata off-limits. I sindaci protestano. BASTA!! Riprendiamoci il territorio! Smantelliamo le basi, TUTTE!

Foto presa dal sito del Comune di Ghilarza.

METALLI PESANTI A PORTOSCUSO


portoscuso

E adesso? Chi è che deve “portare scusa” agli abitanti di Portoscuso? Chi è che deve portare scusa per la presenza di metalli pesanti sulle tavole degli abitanti? Questo perché a Portoscuso si mangiano e si bevono metalli pesanti. Prodotti altamente contaminati dai metalli pesanti, dal latte di pecora al latte di capra, contenenti piombo e diossina. Dai prodotti ortofrutticoli al vino. Tutti contaminati.
Gli abitanti di Portoscuso vivono in un ambiente fortemente degradato e contaminato da diverse attività “economiche”. Si va dai fumi di acciaieria al bacino dei fanghi rossi, dagli sversamenti di inquinanti in mare alle discariche abusive di rifiuti tossici, dalle nubi di fluoro ai traffici illeciti di rifiuti industriali. E’ questa la denuncia del Gruppo di Intervento Giuridico Onlus.

(Foto e informazioni prese dal sito globalist.it)

IL CARDINALE BENEDICE L’INQUINAMENTO


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Il Sulcis riparte! E riparte dall’impianto del piombo della Portovesme S.r.L.. A benedire la lavorazione del piombo è il Cardinal Bertone.

Ora, io penso che il lavoro debba essere sempre garantito, e mi fa certamente piacere e sollievo il fatto che questi poveri operai abbiano di nuovo un lavoro, che vuol dire stipendi, pane, realizzazione e mantenimento della famiglia. Ma che la Chiesa benedica il lavoro inquinante e prema il pulsante d’avvio della nuova ciminiera mi puzza tanto…

La diatriba tra lavoro e salute continua. La Chiesa sta con il lavoro (o contro la salute). Si potrebbe dire: Dio benedica il loro lavoro, ma ci preservi dall’inquinamento e dalle sue conseguenze. Ma forse sarà impossibile, visto che non è possibile tagliarsi le vene e sperare di non perdere sangue e di non rischiare una emorragia.