TANTE COSE DA DIRVI


Ho tante cose da dirvi, da raccontarvi, di cui postare. Ma per fortuna non trovo il tempo, grazie al lavoro che ho trovato, al sito web che sto curando, e a mille altre cose da fare durante l’arco della giornata.

Potrei, per esempio, dirvi che il Po è terribilmente secco, che Draghi ha deciso di sostenere l’invio di nuove armi in Ucraina continuando a far esplodere i prezzi della benzina, del diesel e di tutto il resto, e che ha deciso di far ripartire la ex Ilva di Taranto, adesso “Arcelor Mittal”, volendo farne di nuovo la più grande acciaieria d’Europa, nonostante i casi di tumore accertati sui bambini e nonostante il fatto che si continua a morire.

Oppure potrei dirvi che in Sardegna siamo di nuovo invasi dalle cavallette, e anche qua nelle case l’acqua scarseggia. Siccità e tubature vecchie, logore, rotte, che viene riparato il guasto in un posto e si rompe la tubatura in altri tre o quattro posti diversi. E ancora i primi incendi in Sardegna, ma credo che non sia interessata solo la mia Regione.

Potrei però raccontarvi di una meravigliosa iniziativa che apprezzo e che approvo in pieno: la produzione della birra dal pane raffermo o indurito, che altrimenti finirebbe in discarica o nella spazzatura. Una vera e propria arte del riciclo utile, gustosa, e sono curioso di assaggiarla.

Potrei e dovrei raccontarvi tante cose, ma ho poco tempo per farlo. Ma quando posso lo farò volentieri, perché per me la cronaca verde conta. Un saluto a tutti e un abbraccio.

A presto!

ECCO COME VENGONO SMALTITI I DISPOSITIVI ELETTRONICI CHE BUTTIAMO VIA


Li buttiamo perché obsoleti o non più funzionanti, ma dove finiscono smartphone, tablet e Pc?

Siamo nell’era della tecnologia. Sembra non sia possibile farne a meno. Infatti al primo malfunzionamento corriamo in un centro commerciale o sul Web per acquistarne uno nuovo, meglio se più performante. Ma che fine fanno i dispositivi che noi consideriamo obsoleti e che non usiamo più? Ora lo sappiamo.

Il cimitero della e-waste (spazzatura elettronica) è in Ghana, e precisamente ad Agbogbloshie. Chi ha avuto modo di vedere le discariche è rimasto senza parole, perché benché per i locali che vi lavorano sia questa una delle poche opportunità economiche per sopravvivere, la realtà dei fatti è che i rifiuti vengono “smaltiti” senza alcun tipo di tutela per la salute e per l’ambiente. Uno sconfinato cantiere a cielo aperto, sulla laguna di Korle, dove gli operai maneggiano sostanze altamente tossiche senza utilizzare alcun tipo di dispositivo di protezione individuale (DPI). Le associazioni ambientaliste stimano che ad Agbogbloshie arrivino annualmente oltre 250 milioni di tonnellate di e-waste, provenienti per l’85 per cento dal Vecchio Continente (attraverso circuiti per lo più illegali).

Come è stato possibile tutto ciò? Fatta la legge, trovato l’inganno. Basta dichiarare quei rifiuti come riparabili e il gioco, anzi il danno, è fatto. Così migliaia di disperati tentano di recuperare i metalli preziosi (rame, nichel, piombo, manganese, cromo, titanio, tungsteno, argento, oro, palladio, alluminio, bario, boro, berillio e cobalto) per poco meno di 4 dollari al giorno. Per farlo bruciano montagne di plastica isolante, e spaccano con pietre e martelli i vecchi apparecchi elettronici.

L’aria, avvelenata dai fumi neri e densi della gomma incenerita, provoca nei lavoratori e anche nei residenti della zona gravi problemi di salute. Tanti lamentano dolori al petto e agli arti, e disturbi allo stomaco e al fegato. Altri hanno sviluppato malattie respiratorie e della pelle più o meno gravi, come anche problemi cardiovascolari e disturbi al sistema endocrino: inutile dire che in tutta la città il rischio cancro è qualcosa di più di un semplice “rischio”.

Eppure la manovalanza non manca. Nella città arrivano lavoratori da tutto il Paese. C’è chi si trasferisce con la speranza di guadagnare i soldi necessari al sostentamento della propria famiglia, ma nella maggior parte dei casi il sogno diventa incubo: molti dei ragazzi emigrati si ammalano e non fanno più ritorno al proprio villaggio natale.

Nei fumi sono presenti elevate concentrazioni di diossine, litio, cadmio, cromo, piombo e mercurio. Queste sostanze finiscono inevitabilmente per contaminare tutto, anche l’acqua e il cibo: in un solo uovo di gallina allevata nel circondario della discarica ci sarebbero 220 volte più diossine clorurate e quattro volte più bifenili policlorurati rispetto alla quantità massima ammessa dall’European Food Safety Authority.

Fonte: Tiscali Ambiente

#NataleSenzaAmazon


Cosa c’è da sapere sul #NataleSenzaAmazon (e in favore dei piccoli commercianti)

È una bella iniziativa quella partita dalla Francia, da parte di fazioni politiche opposte, per sostenere l’economia locale e acquistare soltanto prodotti dai piccoli commercianti, a discapito della grande industria multinazionale Amazon. La crisi del Covid-19 sta mordendo l’economia di tutto il mondo, e i piccoli commercianti, già fortemente provati dal capitalismo sfrenato degli ultimi decenni, rischiano di chiudere le saracinesche per sempre. È allora un’iniziativa da sposare questa.

Tanti negozi restano chiusi. Il sindaco di Cassano: «Esempio da seguire» -  MALPENSA24

Perché i piccoli commercianti e artigiani devono rimanere chiusi a causa del lockdown (che poi non è che si faccia tutto questo assembramento di fronte alle loro vetrine), mentre le grandi industrie come Amazon, re del commercio online, possono vendere di tutto e di più divorando la concorrenza? È una cosa che trovo profondamente ingiusta.

Prof sanzionata, Usb: 22 maggio consegna firme petizione protesta

È nata anche questa petizione se vogliamo firmare. Tale petizione punta a privilegiare il commercio di prossimità, per svariate ragioni: la lotta alla disuguaglianza sociale, la necessità di porre un limite al trattamento fiscale privilegiato in favore di queste multinazionali, l’impatto ambientale dei trasporti, lo sviluppo di un’economia davvero circolare.

acquista-online - Piemonte dal Vivo

Noi tutti siamo bombardati dalle pubblicità sia in TV che su internet, sul black friday, sull’ “acquista ora con un click”, sugli sconti se acquisti online, … Ma cosa succede se clicchiamo? Ci sono conseguenze indubbiamente negative: anzitutto le emissioni aumentano a causa dei trasporti. Spesso, infatti, i prodotti devono attraversare centinaia o migliaia di km prima di arrivare a casa nostra. Questo comporta inevitabilmente l’aumento delle emissioni inquinanti.

Come smaltire al meglio i rifiuti elettronici - Non sprecare

Ogni anno vengono prodotte nel mondo milioni di tonnellate di rifiuti elettronici (nel 2019 sono stati prodotti 53,6 milioni di tonnellate), a causa dell’obsolescenza (talvolta programmata), dello sviluppo galoppante delle nuove tecnologie, o del fatto che la garanzia scade troppo presto. Ma noi non sappiamo come possiamo smaltire queste milioni di tonnellate di rifiuti elettronici. Inoltre Amazon ha il potere di distruggere i prodotti invenduti. Ogni giorno gli addetti possono arrivare anche a distruggere 20-30mila euro di merce invenduta, a causa di un sistema che incentiva economicamente i venditori a lasciare che Amazon distrugga i propri articoli invenduti piuttosto che riceverli come reso.

Come Scegliere il Corriere per il Tuo E-commerce - Scuola Ecommerce

Tutti acquistiamo beni e servizi, anche online, e non possiamo sentirci in colpa quando lo facciamo, non c’è dubbio. Quello che possiamo fare è scegliere come, e preferire delle alternative sostenibili almeno ogni volta che questo sia possibile. Scegliere la prossimità, il riuso degli oggetti, l’acquisto di seconda mano o anche l’acquisto di prodotti online delle piccole imprese anziché dei grandi marchi, sono alternative che possono offrirci delle soluzioni più convenienti per noi e per il pianeta.

TANDEM DI FOTOVOLTAICO


Creata in Italia una super cella solare “tandem” che rivoluzionerà il settore delle rinnovabili

È da un po’ di tempo che non tratto l’argomento delle fonti rinnovabili, ma ora vi voglio parlare di una innovazione “Made in Italy”: la Super Cella Solare che funziona in “tandem”: non c’è infatti solo una cella in silicio, tipica delle celle fotovoltaiche. C’è anche una cella fatta in perovskite. Lo studio è stato pubblicato su Joule da un team di ricercatori italiani da ricercatori Enea del Laboratorio di Tecnologie Fotovoltaiche, Università di Roma “Tor Vergata”, l’IIT – Istituto Italiano di Tecnologia.

L’unione delle celle in perovskite e in silicio avrebbe un’efficienza record superiore al 26%, anche se il loro obiettivo è quello di far superare alle celle il 30% in più di efficienza rispetto a una normale cella fotovoltaica in silicio. I ricercatori spiegano il funzionamento delle due celle accoppiate: “La cella frontale, a base di perovskite, opportunamente dimensionata, converte bene la luce blu e verde dello spettro solare, lasciando passare la luce solare rossa ed infrarossa verso la cella posteriore realizzata in silicio.

La combinazione dei due materiali massimizza l’assorbimento dei raggi solari e produce un’elevata foto-tensione, pari alla somma delle tensioni generate dalle due singole celle, producendo in questo modo una maggiore efficienza rispetto ad una singola cella solare. Due elementi chiave nella realizzazione della cella tandem hanno permesso di ottenere alta efficienza: il grafene ha migliorato le prestazioni nella cella in perovskite, mentre l’eterogiunzione con film amorfi nella cella posteriore in silicio ha consentito di aumentarne la tensione”.

Fonte: tiscali ambiente

Una bella innovazione nel campo delle energie rinnovabili, ma che mi lascia una domanda: come si ricicla la perovskite? Quali sono i costi di smaltimento delle singole celle, ma soprattutto il loro procedimento?

LA LIBRERIA ECOLOGICA


libri gratis

La conoscenza e la cultura non hanno prezzo. E Taranto lo dimostra. E’ nata infatti, nella città dei due mari, una libreria ecologica dove i libri non vengono acquistati, ma scambiati, barattati. Per altri libri? No, in cambio di rifiuti!

L’iniziativa, nata dall’associazione Plasticaqqà, formata da un gruppo di volontari che dal 2013 pulisce le spiagge di Taranto, ha attratto numerose persone: “Portaci dieci bottiglie di plastica, ti regaliamo un libro”. I libri sono stati gentilmente regalati all’associazione dalle librerie. L’ecolibreria si trova nella Pineta Cimino, e i libri raccolti arrivano da tutta la provincia in un mix di libri classici, romanzi moderni, volumi per bambini…

La prima giornata di scambio si è svolta l’8 Febbraio e sono state raccolte quasi 550 bottiglie e 100 flaconi di plastica, in cambio di 65 libri donati a chi le ha portate e ha partecipato all’iniziativa. C’è chi ha lasciato 10 bottiglie di acqua e bibite e si è portato via l’Alchimista di Paolo Coelho, chi in cambio dei flaconi vuoti dei detersivi ha scelto Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde e così via. Grazie alla collaborazione con la municipalizzata Amiu spa Taranto, tutto il materiale è finito nei cassonetti per la raccolta differenziata.

Giuseppe Internò di Plasticaqquà ha ringraziato chi ha contribuito alla dotazione di volumi e continua a contribuire e ha commentato la prima giornata di scambio e le prossime date in cui continuerà l’iniziativa: “La raccolta delle bottiglie in plastica ha superato le nostre aspettative. L’Ecolibreria sarà attiva il martedì dalle 19.30 alle 22 circa e poi il sabato dalle 10 alle 12. Stiamo cercando di inserire una mattina o un pomeriggio a metà settimana per fare anche il laboratorio per bambini e adulti sul riciclo creativo”

Una bella iniziativa che unisce l’ecologia e il rispetto dell’ambiente alla passione per la lettura e l’amore per la cultura attraverso una scambio che fa bene al pianeta e alla mente!

Fonte: Radical-Bio

Questa sì che è un’idea ecologica e utile per tutti quanti!

AMBIENTE: LA SPERANZA NEI GIOVANI


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Venerdì scorso c’era il famoso “Black Friday”, la più grande giornata di sconti soprattutto nel mondo dell’elettronica, dove si ammassano tante persone per acquistare la tecnologia a prezzi scontati e decisamente più accessibili. Ma di fronte a questo mondo c’è un mondo parallelo, di giovani e giovanissimi che, pur stando ore e ore su internet con i cellulari, tengono gli occhi ben aperti sul mondo che li circonda.

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Così, in contrapposizione al Black Friday, milioni di giovani in tutto il mondo sono scesi in piazza per il loro Green Friday, il quarto venerdì di proteste noto come Fridays For Future, della giovanissima “influencer” ecologista Greta Thunberg. Il consumismo sfrenato e idolatrato contro la difesa della terra e del mondo che ci circonda.

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A proposito di Greta, lei è a Lisbona, e parteciperà al summit mondiale Cop25 a Madrid. Inutile dire che ha ripetuto l’impresa di spostarsi in catamarano, a emissioni zero, rifiutando i continui inviti di passaggio in aereo e di biglietti pagati per partecipare al summit di Madrid, cominciato avantieri. E’ rientrata dagli Stati Uniti così come era partita, salpando il 13 novembre scorso con la speranza di arrivare in tempo per il summit. Ieri l’attracco a Lisbona, e ora si sposterà a Madrid. Un grande esempio di come sia possibile spostarsi nel pieno rispetto dell’ambiente.

Ed ecco che dall’Africa arriva un altro giovanissimo, di nome Ismael Essome Ebone, Camerunense, che, durante un temporale aveva visto alcune bottiglie di plastica galleggiare. Così ha deciso di andare in giro per raccogliere le bottiglie di plastica e costruire una canoa in attesa della successiva bufera. I pescatori sono rimasti esterrefatti nel vedere la sua EcoBoats galleggiare.

L’ambiente soffre, geme, per il comportamento degli uomini del nostro tempo. Ma gli anticorpi ci sono, e sono giovani, forti, brillanti, come Greta, come Ismael, come i milioni di giovani che partecipano ai Fridays For Future per il clima, impegnandosi anche nel proprio piccolo, in prima persona.

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C’è ancora speranza per un mondo migliore, ed è tutta riposta nei giovani, nei quali credo moltissimo. E nonostante stia inesorabilmente uscendo dalla mia gioventù, mi sento ancora parte di questa nuova generazione. Tecnologica, sì, ma anche innovativa e attenta all’ambiente.

UNA SETTIMANA PER IL CLIMA


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E’ in corso in tante città del mondo uno sciopero globale di una settimana per il clima, con in piazza una marea di giovani e giovanissimi per manifestare contro i cambiamenti climatici e l’inquinamento. Gli eventi in tutto il mondo sono oltre cinquemila, in attesa del summit ONU sul clima in programma a New York da lunedì.

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L’obiettivo di questi scioperi è quello di convincere politici e imprenditori ad adottare misure drastiche per bloccare l’aumento delle temperature provocato dalle attività umane. In Italia, dove però lo sciopero è previsto il 27, gli attivisti del movimento Fridays for Future Roma si sono dati appuntamento a Piazza Montecitorio, dove hanno scandito alcuni slogan. ‘Ma quale mercato, ma quale profitto, distruggere l’ambiente non ne hai il diritto’ e ancora ‘Undici anni questo ci rimane se non agiamo adesso il Pianeta poi scompare’.

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Tre le loro rivendicazioni: abbandono delle fonti di energia fossili e riduzione a zero delle emissioni di gas serra, giustizia climatica per i popoli di tutto il mondo e fiducia nella scienza. Questi temi saranno al centro del summit. In Europa, oltre a Roma, manifestazioni a Londra, Berlino, Parigi, Praga, Varsavia e Helsinki.

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In Australia erano più di 300mila, e poi in Thailandia, Indonesia ed India, ma anche in Giappone, Birmania e Filippine, arcipelago gravemente minacciato dall’innalzamento del livello degli oceani. E ancora: Johannesburg, Uganda, Kenya, New York, Hong Kong. In Asia e in Australia: scioperi a Vanuatu, alle Isole Salomone e a Kiribati, e in tante città indiane.

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Fonte: Il Fatto Quotidiano

Questa è la speranza del mondo. Sono molto fiducioso sul nostro futuro. Cosa ne pensate?

ROMA: COMPOST VELENOSO


Traffico rifiuti Latina-Roma, compost irregolare interrato nei campi: “Danni irrimediabili per ambiente e salute pubblica”

Scoperto un traffico illecito di rifiuti con del compost tossico, fatto di scarti di ogni tipo: vetro, plastica, metalli vari. Perfino siringhe. Con tanto di analisi chimiche falsate. Pagando i proprietari perché se lo prendessero, per risparmiare sullo smaltimento. E i proprietari dei campi lo seppellivano e poi ci coltivavano “olivi e granturco”. La Sep srl (Società Ecologica Pontina) non si faceva scrupoli. Non importa se crea danni irreparabili e devastanti per l’ambiente e per la salute. Secondo la DDA di Roma questo illecito dura da anni.

Il compost esalava un puzzo di spazzatura simile a quello proveniente dalle discariche ufficiali. La cosa incredibile è che anche le cinque aziende agricole di Sabaudia, Cori, Maenza, Pontinia e Roma, che adesso sono state incriminate, sapevano e hanno tacciuto, e questo perché non solo non pagavano il compost incriminato, ma addirittura venivano pagate dalla Sep per sotterrarlo nei loro terreni. Ed è proprio dall’odore sprigionato dai rifiuti interrati in un terreno tra Aprilia e Ardea che è partita l’indagine della Dda.

Si stima che in quattro anni siano stati sversati in quei terreni almeno 57mila tonnellate di compost, che puntualmente veniva classificato come “rifiuto speciale non pericoloso”. Ma il rischio che questi sversamenti abbiano avvelenato le falde acquifere e le coltivazioni è molto elevato.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

DALLA PADELLA ALLA BRACE


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Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha tenuto un comizio a Orvieto, mercoledì sera, davanti a migliaia di persone, in vista del ballottaggio del 9 giugno prossimo che vede impegnata la candidata a sindaco della Lega, Roberta Tardani, contro il Sindaco uscente Giuseppe Germani.

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Salvini tocca subito il tema ambientale: “La discarica è il passato non il futuro. Io voglio zero discariche, il ​futuro è termovalorizzazione, raccolta differenziata, riciclo: in tutta Europa funziona così”. Se la mettiamo così ha ragione: l’inceneritore è meno peggio della discarica, se si aggiunge anche e soprattutto la raccolta differenziata e il riciclo. Ma il peggio è che poi ha aggiunto: “I rifiuti sono una risorsa ovunque, diventano calore ed energia non si può continuare a imballarli, interrarli o a buttarli in discarica”.

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Ecco il cruccio: qui siamo in Italia, e gli inceneritori non vengono controllati, così come non vengono gestite bene e controllate le discariche. Buttano dentro di tutto senza alcun tipo di controllo e senza una corretta Valutazione di Impatto Ambientale, che indaga sui possibili danni alla salute degli abitanti “serviti” dal cancro-valorizzatore.

Risultati immagini per discarica orvieto

Siccome qui non si pensa mai alla salute, ma prima di tutto sempre al guadagno, alla “produzione”; e visto che i rifiuti sono una “risorsa che dà calore ed energia”, la priorità è sempre quella: lo “sviluppo”, la “produzione”, il “guadagno”, la “quantità”. Con buona pace della raccolta differenziata e del riciclo. Noi respiriamo aria metallica, quella cancerogena. E la gente continua ad ammalarsi e a morire di pestilenze.

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Tra l’altro l’Umbria è “servita” da un altro inceneritore, quello di Terni, città ora governata proprio dalla Lega, che da sempre deve fare i conti con le proteste delle associazioni e dei movimenti ambientalisti. Chi sa perché… 

Risultati immagini per inceneritore

Intanto Italia Nostra onlus invia una lettera ai Ministri dell’Agricoltura, Centinaio; dell’Ambiente, Costa; e della Cultura, Bonisoli, chiedendo di prendere una posizione netta proprio su quella discarica, “collocata all’interno dell’area Doc dell’Orvieto, non ha fasce di rispetto. Dovrebbe essere di due chilometri – dicono dall’associazione – ma il vigneto più vicino è ad appena 23 metri dal limite della discarica. Chiediamo che venga effettuata un’indagine, da istituti terzi, per verificare il contenuto della discarica. Un’indagine approvata dal consiglio regionale, su richiesta di un consigliere della Lega, ma non ancora effettuata. Chiediamo infine che venga bloccato l’ennesimo ampliamento in corso”.

Fonte: Il Messaggero.

E l’inceneritore sarebbe il futuro? Ma mi faccia il piacere!

SFERE D’ACQUA


sfere d'acqua ooho
Si chiamano Ooho Balls, e potrebbero rappresentare il futuro ecologico dell’acqua, una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda le bottiglie di plastica. Sono piccole sfere contenenti ciascuna fino a 250ml di acqua, e sono state sperimentate per la prima volta nella maratona di Londra del mese scorso. Sì, queste piccole sfere potrebbero surrogare le bottiglie di plastica. Sono leggere, comode, e anche commestibili, e hanno lo scopo di ridurre i rifiuti, soprattutto nelle manifestazioni sportive.
Risultati immagini per maratoneta bottiglia di plastica
Scordatevi dunque le immagini dei tifosi che passano le bottigliette d’acqua agli atleti, che poi vengono buttate a terra dagli stessi. Il presente-futuro potrebbe essere diverso. Le sfere Ooho sono realizzate dalla Skipping Rocks Lab, sono realizzate in Notpla, un materiale ecologico realizzato da alghe e piante che si smaltiscono entro sei settimane, contengono cinque volte meno anidride carbonica rispetto al polietilene tereftalato utilizzato per le bottiglie in plastica, e richiedono nove volte meno energia per produrle. Gli ingegneri stanno già lavorando su altre bevande da inserire all’interno di queste piccole sfere. Insomma, il futuro è già iniziato.
Risultati immagini per maratoneta bottiglia di plastica
Cosa ne pensate di questa bella invenzione?

LA CGE BOCCIA IL PIANO INCENERITORI


inceneritore

La Corte di Giustizia Europea boccia il piano per gli inceneritori promosso dal PD di Renzi, in modo particolare l’articolo 35 dello Sblocca Italia. Secondo la CGE, la scorciatoia per il trattamento dei rifiuti individuata dall’allora Governo Renzi non era solo dannosa, ma anche in contrasto con la normativa europea, specialmente per la mancanza di Valutazione Ambientale Strategica.

La combustione di rifiuti genera solo l’incremento di polveri sottili e diossine nell’aria che respiriamo, con deposito nei terreni agricoli. Perciò l’aumento del numero di inceneritori presenti sul territorio nazionale, per di più basati su tecnologie obsolete e altamente impattanti, è decisamente controcorrente rispetto alle Direttive UE sul trattamento dei rifiuti, secondo cui è necessario perseguire una vera strategia che preveda la riduzione della produzione, l’ottimizzazione della raccolta differenziata, il riutilizzo, il riciclo, il recupero di materia e solo da ultimo il conferimento in impianti di diverso tipo.

COSTUMI RICICLATI


Dal problema alla soluzione. Ecco i costumi riciclati realizzati con la plastica raccolta in fondo al mare. Si stanno moltiplicando i provvedimenti in vista dell’estate 2019, che per quanto riguarda l’emergenza ambientale si preannuncia rovente. Infatti su tante spiagge italiane vengono imposti nuovi divieti, come quello di utilizzare prodotti per la protezione dai raggi solari con agenti chimici pericolosi per l’ecosistema marino.

L’idea è venuta a due ragazze: Alessia Porrello e Vanessa Sillano. Due cugine che hanno in comune la passione per l’ambiente, e soprattutto per il mare, che hanno creato una nuova linea di abbigliamento chiamato “Mermazing“, realizzati con la plastica riciclata. I costumi, attualmente, si possono acquistare solo dal loro sito ufficiale.

Fonte: Il Sole 24 Ore

Fantastiche! Cosa ne pensate della loro grande idea, e soprattutto: acquisterete i loro costumi da bagno?

LA GRANDE MANIFESTAZIONE


Greta Thunberg

Il Quotidiano dei Vescovi, “l’Avvenire”, la chiama “Tutti giù per Terra”, la grande manifestazione mondiale che in 1.325 città del mondo, 140 solo in Italia, su iniziativa della piccola paladina dell’ambiente Greta Thunberg, vedrà scendere in piazza milioni di giovani e di ragazzi, nel grande Black Friday per il clima. La manifestazione si chiamerà “Global Strike For Future”.

La sedicenne Greta, fondatrice del movimento “Fridays for Future”, non ha dubbi: non siamo noi giovani che dobbiamo salvare il pianeta. Sono gli adulti a doverlo fare, e lo devono fare subito, non c’è tempo da perdere. Non c’è tempo per aspettare che si intervenga in futuro.

Sciopero scuola e studenti 15 marzo per il clima: cosa sapere su cortei e manifestazioni

Numerose sono le manifestazioni anche nel nostro Paese. In un’intervista, il giovane Luca Polidori, forte di una nuova associazione che è nata, denominata “Futuro Verde”, dice che “Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare i governi a cambiare strategia di fronte ad una emergenza globale che può essere fermata. Abbiamo undici anni per invertire la rotta, siamo l’ultima generazione a poter fare qualcosa“. Loro chiedono di rispettare gli accordi per il Clima raggiunti a Parigi, e di metterli in atto subito, senza rinvii.

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C’è ancora speranza per il pianeta, ma purtroppo non sono i giovani a decidere. Sono comunque i governi di tutto il mondo a poterlo fare. Se i governi non ascoltassero i giovani che scenderanno in piazza domani, sarebbe meglio scendere in piazza ogni venerdì, in massa. Perché dalla manifestazione di domani i risultati devono arrivare. Costanti, concreti ed immediati. Non si può più attendere. Cosa ne pensate della manifestazione? Io partecipo con il cuore.

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L’INCENERITORE “ALL’AVANGUARDIA” DI COPENAGHEN


Inceneritori, quello di Copenaghen non produce solo vapore acqueo. Lo dice la stessa azienda: “Emissioni al minimo”

Questo che vedete nella foto è il “termovalorizzatore” di Copenaghen. E’ un impianto sicuramente all’avanguardia, se confrontato con gli inceneritori italiani. Ma non produce solo vapore acqueo, come qualcuno dice. L’azienda stessa, quella che gestisce questo impianto, afferma che emetterà un minimo di monossido di carbonio, ammoniaca, carbonio organico e ossidi di azoto, ma assicura comunque “prestazioni avanzate”.

Sarà un impianto “turistico”, con alberi, pista da sci, percorsi di trekking, un’area verde per il picnic, una parete di arrampicata di oltre 80 metri, nonché un ristorante e un bar! E’ costato 500 milioni di euro, e grazie alle sue dimensioni può raggiungere alti livelli di efficienza.

La Vølund, società che gestisce l’inceneritore, assicura che l’impianto manterrà le emissioni degli ossidi di azoto entro i 15 mg/Nm3, il monossido di carbonio sotto i 50, ammoniaca non oltre i 3, così come il carbonio organico totale. Per fare un confronto, l’inceneritore di Torino, stando ai dati pubblicati dall’azienda, in media nel mese di settembre 2018 la linea 1 dell’impianto ha emesso 2 mg/Nm3 di ossido di carbonio, 0,1 di carbonio organico totale, 0,7 ammoniaca, ma quasi 26 mg/Nm3 di ossidi azoto.

“Copenhill” (collina verde di Copenaghen) ha iniziato a funzionare a settembre 2017 in sostituzione di un altro inceneritore arrivato a 45 anni di anzianità. Con due linee di combustione, brucia in totale 70 tonnellate di rifiuti all’ora: in un anno, può trattare circa 400mila tonnellate di spazzatura, prodotta da 550-700mila cittadini e 46mila imprese. L’energia sprigionata dalla combustione torna alle famiglie sotto forma di elettricità per 50mila utenze e calore per 120mila. Per avere un termine di paragone, l’impianto di Brescia, il più grande d’Italia con oltre 700mila tonnellate incenerite nel 2017 ma una tecnologia più datata, produce energia elettrica pari al fabbisogno di oltre 200mila famiglie e calore per oltre 60mila appartamenti.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Nonostante l’indubbia efficienza del mega impianto di Copenaghen e le emissioni ridotte al “minimo”, resta il fatto che si deve puntare a ridurre gradualmente ed inesorabilmente i rifiuti da incenerire. Solo così le emissioni si ridurrebbero, non di certo costruendo impianti stratosferici. Il sistema più efficiente resta quello della raccolta differenziata spinta e del riciclaggio creativo (con laboratori scolastici) di ogni sorta di rifiuti.

TOSCANA: EMERGENZA RIFIUTI


Firenze non riesce a smaltire i rifiuti, Rossi li manda in altre città. I sindaci sul piede di guerra: “Non siamo la discarica”

Eccola la politica della sinistra: per ridurre i rifiuti punta su inceneritori e discariche anziché su un aumento spinto della raccolta differenziata. Ed eccoli i risultati: gli inceneritori non riescono a smaltire la grande mole di rifiuti che si è accumulata nelle discariche fiorentine. Il Governatore Rossi (Liberi e Uguali), con una legge, vorrebbe bypassare le assemblee dei tre ambiti territoriali e spedire la monnezza negli inceneritori delle altre zone. Oltre ai sindaci e alle popolazioni protesta anche il PD in maggioranza regionale.

La protesta dei Sindaci: “non siamo la discarica dove la Regione è libera di decidere, senza confrontarsi, quanti rifiuti scaricare”. L’emergenza nasce dal fatto che ogni anno in Toscana si producono 2,3 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, con una raccolta differenziata che a stento arriva al 50%. Il problema, però, sono gli impianti ormai saturi e quelle 10.500 tonnellate di rifiuti in eccedenza che al dicembre 2017 i tre Ato non sono riusciti a smaltire. 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

E voi credete ancora che gli inceneritori e le discariche risolvano il problema dell’eccedenza dei rifiuti?

MILLE ALBERI CONTRO L’INCENERITORE


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A Torino, la Sindaca Chiara Appendino, per la quarta volta in due anni dà appuntamento ai suoi concittadini, stavolta in Via Paolo Gorini 50, nei pressi dell’inceneritore, per piantare altri seicento alberi! Il primo appuntamento con tanti alberi da piantare era datato 21 novembre 2016, nella “Circoscrizione 6”, lungo Stura Lazio. Il secondo appuntamento, il 14 maggio 2017 nella “Circoscrizione 8”, in Via Zino Zini. Il terzo appuntamento, sempre in Via Gorini, è datato 19 novembre 2017.

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Il progetto, promosso dalla sindaca di Torino Chiara Appendino e dall’assessore all’Ambiente Alberto Unia, prevede la messa a dimora partecipata, nei prossimi cinque anni, di molti nuovi alberi in tutte le Circoscrizioni della Città.

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Mille alberi contro l’inceneritore. Una bella sfida alle emissioni di veleni, di diossine, di furani e di metalli pesanti eruttati da questo mostro. L’immagine che vedete qui sopra si riferisce al primo appuntamento in Via Gorini, del 19 novembre scorso.

Fonte: Torino Oggi

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Gli alberi assorbono e intrappolano l’anidride carbonica, limitando, in questo modo, la quantità di veleni che l’uomo deve respirare. Dunque un grande plauso a questa bella iniziativa, anche se l’incenerimento si combatte con il riciclaggio, anche creativo, dei rifiuti e con una raccolta differenziata spinta, in tal modo riducendo la quantità di rifiuti da incenerire.

EARTH DAY 2018


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Domenica 22 Aprile torna l’Earth Day, la Giornata della Terra, giunta alla sua quarantanovesima edizione! La prima Giornata della Terra, infatti, si è svolta il 22 Aprile del 1970, istituita dall’ONU su ispirazione dell’americano John McConnell. Il tema di quest’anno è la riduzione della plastica. Di modi per ridurla ce ne sono parecchi. I più comuni sono quello di bere acqua del rubinetto, comprare detersivi alla spina, usare borse di tela per fare la spesa a riusare le bottiglie.

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L’evento principale della Giornata in Italia è il Villaggio della Terra, che si terrà a Roma dal 21 al 25 aprile a Villa Borghese (Terrazza del Pincio e Galoppatoio). In programma attività per bambini, spettacoli, iniziative educative e sportive, concerti. Nella sera del 22 Aprile si terrà il Concerto per la Terra, con Noemi, Soul System, Sergio Sylvestre, Zero Assoluto, Ron & La Scelta.

Fonte: La Nuova Ecologia

Le iniziative più importanti non passano mai di moda, e sono destinate a durare ancora molto a lungo. Le Giornate della Terra però devono essere 365 giorni l’anno, soprattutto con il nostro impegno personale e nella società.

INCENDI


Lo scorso 3 gennaio ha preso fuoco un capannone in provincia di Pavia. Nelle dodici ore successive all’incendio (pare si tratti di origine dolosa), i livelli di diossine e di furani che si sono sprigionati hanno superato di 40 volte il limite di guardia, secondo l’ARPA. Nel frattempo ha piovuto, e si teme che la pioggia abbia depositato nel suolo e nel sottosuolo, oltre che nelle falde acquifere, i veleni derivanti dalla combustione dei rifiuti.

La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta per incendio doloso. Da mesi i cittadini avevano denunciato un continuo traffico di camion che sversavano rifiuti in un capannone dismesso, ma le denunce sono rimaste inascoltate, salvo poi intervenire solo dopo la “tragedia”. Per quanto riguarda la qualità dell’aria, la situazione sta ritornando lentamente alla normalità.

Ieri sera, attorno alle 21, è divampato un altro incendio, all’interno di alcuni capannoni di un’azienda che opera nel settore del riciclo rifiuti, la Fg Riciclaggi di Cairo Montenotte, in provincia di Savona. Le quattro centraline di monitoraggio a Bragno, Mazzucca, bivio Farina e Carcare, non hanno evidenziato valori superiori al limite per i parametri di monossido di carbonio, ossidi di azoto e ossidi di zolfo. La ASL non segnala al momento alcun rischio per la salute.

Attualmente non sono previste ordinanze per quanto riguarda frutta o verdura coltivate nelle zone colpite, se non la raccomandazione di lavarle bene. Invece per quanto riguarda l’incendio divampato nel capannone sito tra Corteolona e Genzone, nei giorni scorsi è scattato l’allarme, ed è stato ordinato di tenere le finestre e le porte chiuse, di non uscire e di non consumare i prodotti dei campi adiacenti al capannone distrutto dal rogo tossico. Si pensa anche di tenere le scuole chiuse per precauzione.

IL CASO DELLE BUSTE DELLA SPESA A PAGAMENTO


Sacchetti ortofrutta a pagamento, il divieto di quelli in plastica non l’ha imposto la Ue. La decisione è del governo

“Ce lo chiede l’Europa!”. E’ la solita scusa, la solita frase-alibi di chi vuole imporre cose “impopolari” perché quelle popolari fanno solo danni, mentre le cose “impopolari” sono come la punturina che serve per guarire dalla malattia, e quindi nel lungo periodo sono molto efficaci. Stavolta la “punturina” riguarda la tassa sulle buste della spesa, i sacchettini in bioplastica o biodegradabili che dal primo gennaio abbiamo cominciato a pagare, da 1 a 5 centesimi.

Partiamo col dire che l’Europa stavolta non c’entra proprio nulla. A chiedercelo stavolta è solo il Governo Gentiloni. Infatti l’ultimo governo non eletto, la scorsa estate ha inserito, nel DL sul Mezzogiorno, un emendamento di recepimento di una Direttiva dell’Unione Europea del 2015, ma attenzione, tale Direttiva, come scritto nel Fatto Quotidiano, “si focalizzava soprattutto sulle borse in plastica per insacchettare la spesa (quelle che in Italia sono state messe fuori legge già dal 2012) e precisava esplicitamente la possibilità di escludere dalle misure le bustine trasparenti per frutta e verdura. Tanto che solo la Francia ha imboccato la stessa strada dell’Italia, mentre la maggior parte degli stati membri si è limitato alle buste per la spesa in plastica tradizionale, mettendole a pagamento”.

Ma allora, chi ci guadagna da questo provvedimento? I vantaggi ambientali sono tutti da verificare. Chi invece ci guadagna veramente sarà chi produce polimeri a base vegetale e sacchettini in bioplastica. Cioè l’azienda piemontese Novamont, guidata da Catia Bastioli, che ha inventato la bioplastica biodegradabile e compostabile Mater-bi. Bastioli nel 2011 ha partecipato alla Leopolda e nell’aprile 2014, due mesi dopo l’insediamento di Matteo Renzi a Palazzo Chigi, è stata da lui nominata presidente della partecipata pubblica Terna (ecco gli interessi del governo…).

C’è da dire però che la Novamont non è l’unica che ci guadagna. Infatti, secondo le stime della Società Plastic Consult, il giro d’affari dei sacchetti frutterebbe all’Italia 100 milioni di euro l’anno, per un volume di 25 mila tonnellate. Non male come mercato! A livello mondiale sono dieci le aziende chimiche attive in questo settore.

Fonte e immagine: Il Fatto Quotidiano

Io consiglio a tutti voi di portarvi le buste della spesa da casa vostra, quelle riutilizzabili, quelle che avete conservato, di modo da non pagare nulla, e da risparmiare veramente sui rifiuti. In Svizzera sono in circolazione dei sacchetti a retina, riutilizzabili e lavabili in lavatrice a 30°C, su cui si possono attaccare e staccare le etichette con il prezzo dei prodotti acquistati. Svizzera Docet!

ASCOLTATE IL MARE


Stop a cotton-fioc non biodegradabili e microplastiche nei cosmetici. Realacci: 'L’Italia è il primo Paese al mondo a farlo'

Sturatevi le orecchie e ascoltate la voce del mare, purché poi non buttiate i cotton-fioc sott’acqua. L’Italia, dichiara Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente alla Camera, dice basta ai cotton-fioc e a tutta la plastica nel Mar Mediterraneo. Secondo un recente studio di Legambiente il 91% dei rifiuti plastici presenti nel “grande lago salato” del Mediterraneo sarebbero proprio composti da cotton-fioc.

Soddisfatto anche il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, che ringrazia Realacci per aver “portato avanti nel tempo questa battaglia in Parlamento, condividendola con diverse realtà ambientaliste”. Esulta anche Legambiente, annunciando che vigilerà affinché si arrivi all’approvazione definitiva da parte del Parlamento.

Saranno stanziati 250mila euro per favorire la promozione, la produzione e la commercializzazione dei cotton fioc bio e previsto l’obbligo di indicare sulle confezioni “informazioni chiare sul corretto smaltimento” citando “il divieto di gettarli nei servizi igienici e negli scarichi”. Multe che arrivano a 25mila euro e sospensione della produzione per i trasgressori.

Fonte: notizie.tiscali.it

Ed esulto anche io per questa notizia confortante. Musica per le mie orecchie. Cosa ne pensate?

LA SFIDA RICICLONA


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Da due anni, a Barrali, un paesino di poco più di 1.100 abitanti in Provincia di Cagliari, è in atto una “sfida riciclona”. Sono stati sistemati, nell’ecocentro cittadino, dei compattatori di rifiuti per il conferimento di plastica, vetro e lattine. Ogni cittadino riceve degli ecopunti per effetto dei quali, chi ricicla di più usufruirà di un premio: un “ecosconto” in bolletta.

Ieri il Sindaco Fausto Piga ha ritirato a Milano il premio nazionale di Legambiente, la targa “Innovazione amica dell’Ambiente” per la categoria “Abitare in comunità smart”. Gli sconti possono andare da 50 a 200 euro, e per i più virtuosi lo sconto arriva anche al 50% sul costo della bolletta.

Cliccate sul seguente indirizzo per guardare questo bellissimo video del TG della principale emittente sarda Videolina:

http://www.videolina.it/articolo/tg/2017/11/16/barrali_e_la_sfida_riciclona_il_premio_nazionale_di_legambiente-78-666871.html

Cosa ne pensate? Magari si potesse fare in ogni comune italiano… Provate a chiedere ai vostri sindaci se accettano la sfida!

BOSCHI VIVI: UN NUOVO MODO DI… PASSARE A MIGLIOR VITA


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Son talmente ecologista che quando muoio, invece di farmi sotterrare, mi faccio buttare nell’organico. E’ una delle mie battute della serie “Son talmente ecologista…” che fino a un annetto fa dominava le mie giornate e quelle di una mia amica, con la quale ci divertivamo a trovare delle battute ecologiste anche stupide e a riderci su.

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Però se questa di farmi buttare nell’organico è comunque una buona battuta ecologista, il metodo che sto per raccontarvi per tornare alla polvere più rapidamente è sicuramente più ecologista. Infatti la cooperativa BOSCHI VIVI gestisce dei boschi a scopo commemorativo, nel rispetto della persona, del territorio e della natura.

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Come si può leggere dall’articolo sul sito greenreport.it che vi invito a leggere anche per ulteriori informazioni, “la scelta di aderire a Boschi Vivi presuppone la volontà di cremazione e dispersione. Chi aderisce, prenota una visita con una guida che spiega il progetto nei dettagli e aiuta l’interessato nella scelta di quello che diverrà il suo albero, il suo memoriale. Boschi Vivi prevede un iter contrattuale volto ad assicurare che le volontà dell’aderente vengano rispettate e ad agevolare le fasi burocratiche necessarie per l’adempimento”.

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La proposta di commemorazione ecologica è nata da quattro giovani che hanno in comune l’amore e il rispetto per la Natura e una forte sensibilità verso problemi ambientali legati all’abbandono di aree rurali boschive che, se non opportunamente gestite rischiano di aumentare il dissesto idrogeologico. Il loro scopo è quello di risolvere due problematiche: la manutenzione boschiva e la dispersione delle ceneri, nel pieno rispetto per l’ambiente.

Dal 10 ottobre è aperta una raccolta fondi per un mese sulla piattaforma derev.com

Cosa ne pensate di questa iniziativa? E voi siete talmente ecologisti da farvi cremare e disperdere le vostre ceneri su un albero di un bosco vivo? Io sì 🙂

INQUINAMENTO E CEMENTO: ITALIA SOFFOCATA


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Riciclavano le polveri e le ceneri industriali dell’ILVA e di Enel Produzione per costruire blocchi di cemento. Il GIP del Tribunale di Lecce, su richiesta della Procura della Repubblica della città salentina, ha così disposto il sequestro degli impianti Cementir, oltre che quelli dell’ILVA e di Enel Produzione del Comune di Tuturano (BR).

Secondo il DDA di Taranto sarebbe stato “un espediente dietro il quale si è celato l’intento di reperire un canale di smaltimento di questi rifiuti, alternativo e più economico rispetto a quelli conformi alla normativa vigente”.

Ed ecco perché l’Italia detiene il desolante primato delle morti per inquinamento tra tutti i Paesi membri dell’Unione Europea. Le cifre mettono la pelle d’oca: 90mila morti premature, corrispondenti a 1500 decessi per milione di abitanti, contro i 1100 della Germania, gli 800 della Francia e della Gran Bretagna, e i 600 della Spagna.

La situazione dell’aria resta molto critica in tante parti d’Italia. Spicca in questa speciale classifica la Pianura Padana, ma preoccupano anche Roma e Napoli, Firenze, Taranto, e la costa sud est della Sicilia. I responsabili? Traffico automobilistico (soprattutto il motore diesel), industria, riscaldamento residenziale, ma anche riscaldamento a biomasse legnose, tradizionali o a pellet (soprattutto a Milano e Firenze), nonché agricoltura, che genera molta ammoniaca.

L’Italia soffoca, dunque, sotto i colpi dell’inquinamento e degli illeciti ambientali.

AGGIORNAMENTI SU POMEZIA


Ci sono degli importanti aggiornamenti su Pomezia, e sull’incendio del deposito di rifiuti. Intanto è stata confermata la presenza dell’amianto sul tetto, anche se i valori sono “nei limiti della norma”.

Fonte: Roma Today.

Nube tossica da Pomezia a Roma: tavolo tecnico con Asl e Arpa per amianti e diossina

Sia a Pomezia che nella vicina Ardea è stato vietato il pascolo e la coltivazione. E per discutere di questo è stato convocato un tavolo tra ASL, Arpa, il Sindaco di Pomezia e la Sindaca di Roma. La ASL Roma 6 ha confermato la presenza di amianto sul tetto dello stabilimento. Le scuole di Pomezia resteranno chiuse fino a domani “per consentire una pulizia straordinaria e un lavaggio delle polveri che si sono depositate in questi giorni”. Inoltre, il primo cittadino ha firmato un’ordinanza che vieta la raccolta e la vendita di frutta e verdura nel raggio di 5 km dal punto dell’incendio, e in ogni caso si raccomanda di lavarle bene prima del consumo. Infine ha dichiarato di volersi costituire parte civile in un eventuale processo. Anche diverse associazioni e gruppi di cittadini del territorio si stanno unendo per presentare denunce di risarcimento danni, pensando anche a una class action.

Fonte: Il Tempo

E’ tutto nei limiti della norma, i valori sono entro i limiti tollerabili, ma intanto lasciano chiuse le scuole e vietano la raccolta e la vendita di frutta e verdura nel raggio di 5 km. Perché? Evidentemente i limiti di legge sono intollerabili. Coerenza questa sconosciuta…

POMEZIA: INCENDIO IN UN DEPOSITO DI PLASTICA


Stamattina è scoppiato un grosso incendio in un deposito di plastica, carta e altri materiali riciclati (Fonte: ANSA.it). L’Eco X è andato a fuoco, sprigionando una nube tossica, a seguito della quale, però, fortunatamente non si è registrato nessun caso di richiesta di intervento. Solamente due Vigili del Fuoco, uno per una leggera distorsione al piede, un altro per un lieve malore, sono stati soccorsi. Al momento si ipotizza il reato di incendio colposo.

La Sindaca di Roma Virginia Raggi invita i sindaci di 21 comuni adiacenti al deposito ad ordinare di “tenere chiuse le finestre di abitazioni, scuole, uffici, strutture sanitarie e socio-assistenziali”. Intanto è stato assegnato il compito all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Lazio) l’incarico di monitorare l’aria, il suolo, il sottosuolo oltre alle falde acquifere. Gli esiti di questi primi interventi sono previsti nel giro di un paio di giorni e lo stesso tempo sarà necessario per domare i focolai dell’incendio.

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