GEAPRESS – Il meccanismo è vecchio, purtroppo. Venne attuato per “contrastare” l’inquinamento da atrazina riscontrato negli anni 80 nell’acqua di falda della pianura padana. Valori oltre la soglia. Poi, però, si alzò la soglia.
Più o meno la stessa cosa si sta ora verificando presso la Commissione Finanze e Attività Produttive della Camera.
Un comma aggiunto dal Governo all’art. 35 del Decreto Sviluppo. Un provvedimento che già nella sua titolazione poco c’entra con gli agnelli senza bocca e occhi nati a Quirra. Incredibile, poi, dove è stato inserito il comma. L’articolo 35, infatti, è relativo alla trivellazioni petrolifere. Eppure, denuncia il WWF, in tal maniera si stanno ridefinendo i livelli di inquinamento oltre i quali è necessario bonificare il territorio inquinato dai siti militari. Il risultato: alzando la soglia d’inquinamento, i parametri un tempo fuori-norma verrebbero così trasformati ‘a norma di legge’.
“Riteniamo negativa questa norma per due motivi: il metodo utilizzato e le conseguenze che deriverebbero dal suo contenuto” dichiara Patrizia Fantilli, Direttore dell’Ufficio Legale Legislativo del WWF Italia, esponendo quanto sostenuto dall’associazione nella nota inviata ai deputati delle Commissioni. Un vero e proprio blitz che potrebbe compromettere, o far saltare del tutto, la bonifica delle aree inquinate. Tra queste il caso forse più emblematico è quello relativo al poligono di Quirra, in provincia di Cagliari (vedi articolo GeaPress). La questione era già stata sollevata dal WWF nei giorni scorsi (vedi articolo GeaPress).
Lo stesso WWF ricorda ora come l’area di Quirra è un’area demaniale militare interessata per anni da intense e periodiche esercitazioni militari (compresi brillamenti di ordigni), con dispersione sul terreno di grossi quantitativi di metalli tossici e sostanze chimiche tossiche(alluminio, arsenico, bario, cadmio, cobalto, cromo, rame, piombo, ferro, nichel,antimonio, tallio, zirconio e zinco), nonché di sostanze radioattive (torio ed uranio). Con la presenza in dette aree di numerosi pastori con circa 15mila animali da allevamento, cui si aggiungono gli abitanti delle aree circostanti, nonché il personale militare e civile della base militare. Il caso è attualmente sub iudice presso la Procura di Lanusei, in un processo in cui il WWF si è costituito parte civile, per i gravissimi episodi di inquinamento ambientale e di pericolo grave e persistente per la salute umana ed animale.
“E’ del tutto evidente – sostengono dal WWF – come casi simili non possono essere circoscritti in una norma di 4 righe approvata in tutta fretta senza approfonditi e specifici studi preliminari“.
Per il WWF la questione assume aspetti di rilevante gravità anche per altri motivi. Di fatto, in tal maniera, si concede al Governo, ovvero a due soli Ministri (quello della Difesa e quello dell’Ambiente), il potere di indicare i livelli ‘accettabili’ di concentrazione di sostanze nocive nelle aree militari, senza alcun riferimento a norme di tutela, standard internazionali, rigorosi ed oggettivi parametri scientifici. Potrebbe persino verificarsi, dicono sempre al WWF, che i Ministeri stabiliscano bonifiche parziali, o l’assenza di bonifiche, pur in presenza di sostanze altamente pericolose per ambiente e salute.